Nessuno lo dice, per paura di leggere le proprie considerazioni spiattellate su giornali e siti web: ma il no di Mattarella al bis per il Colle ha messo nei guai il 68% dei deputati e il 74% dei senatori. Senza ideali politici, eletti solo per il lato “B”, per gli inutili alzamano che siedono in Parlamento, in vendita a pacchetto, la pagnotta viene prima di tutto: e se non si supera il Capo di Buona Speranza rappresentato da metà legislatura, troppi “inutili Magellano” eletti per la prima (e unica) volta non vedranno mai l’approdo sicuro della pensione da ex parlamentari.

In questa realtà kafkiana che non c’azzecca con la Politica ne con la Democrazia, si racconta che ieri pomeriggio, davanti a Villa Grande, residenza romana di Berlusconi, si sia materializzata una scena che racconta molto di quel che sta succedendo nel Paese. A qualche metro dall’ingresso un super fans di Silvio,  il teramano “Bill capill” si è legato al cancello e, attorniato da un pugno di uomini della sicurezza, ha iniziato a gridare come in preda ad una crisi mistica – stile John Belushi  in Blues Brothers “Ho visto la luce, Silvio mi ha chiamato”.

Bill capill, quando viveva a Teramo faceva le fotocopie, anche se non era bravo neppure in questo. Gridava “Vaffa qua!” “Vaffa là” . Prometteva e firmava di restituire, poi non ha risposta più a chi lo chiamava per i soldi da restituire. Uno vale uno diceva, ora vale solo lui e fa praticamente il contrario di tutto quello che aveva promesso..  Una sua sostenitrice mi rimproverò sui social dicendo che io “non capivo”, lui era “duro e puro”. Un candidato Sindaco tutto elegante, che per fortuna ha capito che non era per lui, mi scrisse che lui “credeva nella causa”. Però senza dire quale. E meno male. Solo Riccardo – prima che Dio decidesse per lui un altro percorso – aveva capito bene chi era in realtà Bill capill. E fu lui che una sera a Giulianova tra tante risa benedette e ultime, per primo lo chiamò così “Bill capill”. Prometteva di non stare con nessuno, ma è riuscito a fidanzarsi con tutti, e di quel che pensavano gli  amici se ne è sempre simpaticamente fatto un baffo.  Diceva di voler aprire il Paese come una scatoletta di tonno e gridava “Berlusca ladro”. Oggi Bill capill viene immortalato dal Tg al bar insieme a  Clemente Mastella. Scene da zelig.

Intanto Silvio Berlusconi, anziano ma sempre una spanna sopra, sta forzando la mano per non dare spazio di manovra a nessuno,  così da rendere la situazione “pericolosa”. “Grave ma non seria direbbe il nostro Flaiano. Lui e i pochi che ascolta sanno tutto, sanno di essere stati utilizzati da mascalzoni, ruffiani, servi e prostitute di ogni tipo.  Lui sa di essere stato perseguitato da chi era in cerca di notorietà. E oggi Lui sa bene che non potrà mai essere Presidente in Italia. E non per la sua condanna per vari reati fiscali. Non per i 70mila euro dati a una signora Jolinda che li ha furbescamente versati sul conto di un giudice del processo Mediatrade. Non per gli accordi con la mafia. Non per  il lodo Mondadori né per All Iberian. Ne per il caso Lentini, ne per il caso David Mils. Ne per De Gregori, Razzi e Scilipoti. Lui sa bene che non potrà mai essere Presidente in Italia  ma non per la vicenda Trani e Tarantini ne per la diffamazione a Di Pietro. Non potrà mai essere Presidente ma non per la casa di Macherio processo 1 e 2, ne per la corruzione Saccà. Lui sa bene che non potrà mai essere Presidente in Italia, perchè nell’Italia bigotta, puritana. pagana,  falsa e dalla quadrupla morale, lui è  ritenuto inadeguato e incandidabile perché ha frequentato ragazze giovani e disponibili, super cocche  che danzavano a bordo piscina, poco vestite, per lui e i suoi ospiti, praticando misteriosi rituali africani e pratiche erotiche conosciute come “bunga bunga”.  Cioè,  lui non potrà mai essere Presidente in Italia perché  tra tante cose fatte  ha avuto la fortuna di ritrovarsi nella situazione più invidiata dal pianeta maschile nell’ultimo secolo. “La cosa è grave ma non seria” direbbe il nostro Flaiano.

L’unica cosa che gli rimane da fare  per contare ancora  e fare il playmaker  è far ballare i leader dei principali schieramenti sul precipizio. Perché un conto è chiedere un cambio di passo, alzare il tiro. Un conto è cercare di farlo abbassare a Silvio. Che conta sull’enorme stuolo di prostitute che farebbero di tutto per arrivare a fine legislatura. Uno dei cronisti politici più esperti ripete ” con Silvio candidato andiamo a sbattere. Ma sarà lui a dare le carte”. Uno dei 109 duri e puri che hanno cambiato casacca, spiega che tra i suoi colleghi è iniziata a serpeggiare come mai prima la paura, il terrore di non essere eletti. E Silvio lo sa. La questione è assai spinosa. Se si rompono gli accordi si torna a votare. In un clima da fine impero, dove tutti sono contro tutti e tutti cercano tutti. Anche uno come Bill capil . Allara è evidente che “La cosa è grave ma non seria” .