TERAMO – L’Anaao, che rappresenta anche in Abruzzo la gran parte dei medici ospedalieri, ritiene opportuno esprimere il proprio dissenso rispetto al recente piano presentato dall’assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì, al tavolo nazionale di Governo.

Le motivazioni sono legate al fatto che tale piano va in deroga al decreto Lorenzin istituendo un numero maggiore di unità operative complesse rispetto a quelle previste e, soprattutto, non prevedendo, come sarebbe stato opportuno, due Dea funzionali di secondo livello L’Aquila-Teramo e Pescara-Chieti. In questo modo, quindi, non favorisce quelle unioni funzionali di cui l’Abruzzo ha un’estrema necessità al fine di ottimizzare le risorse. Anzi, si fa l’esatto contrario, cioè si confinano gli ospedali in una riserva indiana dove il rischio è quello di lasciarli morire lentamente tra carenze di personale e risorse.

Inoltre, questo piano di riordino penalizza e dimentica le aree interne e l’esempio più eclatante è quello delle chirurgie toraciche, quattro nell’area costiera e nessuna nelle aree interne.

A questo riordino fa invece da contraltare una riforma epocale, come quella della Asl unica territoriale che non è stata neanche discussa in Consiglio regionale o con le forze sociali e dove è prevedibile che i privati faranno la parte del leone. Come peraltro dimostra la recente polemica che ha visto protagonisti, loro malgrado, i due direttori generali delle Asl di L’Aquila e Chieti ai quali è stato chiesto di prevedere l’oscillabilità del budget mensile per le prestazioni degli operatori privati anche del 20%, a prescindere da qualsivoglia autorizzazione delle stesse Asl, riaprendo di fatto una mala pratica che ha arrecato in passato tanti danni ai bilanci della sanità abruzzese.

Tutto ciò ripropone modelli già falliti altrove, come ad esempio nella vicina Regione Marche costetta a fare marcia indietro sull’ipotesi di una Asl unica, e contraddice anche quanto dichiarato in campagna elettorale dal presidente Marsilio, il quale aveva bocciato la proposta di un’azienda sanitaria unica avanzata a suo tempo dal centrosinistra.

Inoltre, nonostante nella recente Finanziaria il Governo nazionale abba stanziato quasi tre miliardi per l’edilizia sanitaria, si continuano ad ignorare situazioni drammatiche come quella dell’ospedale di Avezzano, obsoleto e poco sicuro anche perchè situato in una delle aree maggiormente sismiche d’Europa.
L’Anaao da anni propone di istituire due aree vaste, L’Aquila-Teramo e Pescara-Chieti, sulle quali creare una rete di collaborazioni tra i vari territori e, soprattutto, chiede di velocizzare i concorsi per assumere personale sanitario ed evitare la fuga dei nostri giovani verso le più efficienti regioni del centro-nord.

Da qui riteniamo che si debba ripartire e per questo invitiamo la Regione a tornare sui propri passi ascoltando la voce di chi è impegnato direttamente, sul campo, a garantire il diritto alla salute dei cittadini.

Dott. Alessandro Grimaldi
Segretario Anaao-Assomed Abruzzo