TERAMO – Il Città di Teramo ha fatto il proprio dovere sul campo; non ha vinto e basta, ma stavolta ha dominato, come si conviene ad una squadra che è espressione di un capoluogo di provincia dalla tradizione calcistica molto importante. Tutte le componenti prendono coraggio da una partita che potrebbe fungere da spartiacque; forse non è casuale che oggi si parli anche di completamento tecnico, o di ottimizzazione, dopo l’eclatante 4-0 di sabato scorso. Eppure…
Eppure c’è ancora chi non accetta Montorio al Vomano e altri lo fanno storcendo il muso: inutile negare che sarebbero invece tutti pronti ad applaudire il Città di Teramo nel loro stadio, uno stadio vero. Sulla cosa qualche timido approccio c’era stato nell’estate passata, ma in quei giorni imperversava l’allestimento completo della rosa, il dover trovare la compattezza assoluta nella stessa tifoseria e, soprattutto, l’accettazione di una realtà che lasciava tutti sgomenti: erano altri tempi, insomma, e paradossalmente l’utilizzo del “Bonolis” non era una priorità.
Oggi lo è. Bisogna tornare alla “carica”, alzare democraticamente la voce, rivendicare quello che compete a questa società, a questa tifoseria, a questa città: giocare nel loro impianto, per quanto in gestione, così come (giustamente) riesce a fare il calcio femminile biancorosso!
E’ un diritto, non un atto di cortesia ricevuto per grazia divina: chiediamo al Sindaco, ma anche ai rappresentanti di un’opposizione muta da sempre, di provare ad agire, ad intercedere, a creare dei presupposti utili per riaccendere un sorriso più convincente sui volti di una tifoseria emigrante, la più bella e penalizzata del mondo!
Parleremo anche di queste cose, stasera, in trasmissione: in studio, con Tonino Valbruni, il presidente del Club Biancorosso Giuseppe Bracalenti ed il collega Jacopo Forcella, che ha vissuto tantissimo tempo seguendo professionalmente il Teramo Calcio, fino all’eclissi.
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