Caro Direttore,

da corregionale e da collega sconosciuto mi permetto di esprimere la mia disapprovazione per il titolo della tua ultima fatica letteraria.

Il genere umano sta combattendo una dura battaglia contro un nemico invisibile, il coronavirus, che genera povertà, paura e continua a seminare morte in Italia e in tutto il mondo.

In questa situazione che minaccia di cambiare il corso della storia e che dovrebbe indurre alla solidarietà e all’unità, il titolo del tuo libro rischia di alimentare antiche divisioni e aspri contrasti tra gli italiani.

Tu sei un giornalista di vaglia, conosci la comunicazione come pochi e non puoi non sapere che quel titolo non è nato per caso. E’ stato scelto (di concerto con l’editore?) perché è accattivante. Certamente attrae la simpatia e il favore dei nostalgici del regime, ma al tempo stesso trasmette un messaggio fuorviante soprattutto alle nuove generazioni che non hanno conosciuto il fascismo. Esso rappresenta poi un falso storico perché non è vero che gli italiani hanno amato Mussolini.

Durante il ventennio lo spirito di rivolta non si era mai spento. Non si era mai sopito ed erano centinaia di migliaia gli antifascisti che subivano le angherie, le persecuzioni e finivano al confino o nelle carceri del regime.

Infine, esagero se affermo che quel titolo potrebbe offendere la memoria dei tanti, tantissimi giovani di diverso orientamento politico e diverso credo religioso che si immolarono sulle nostre montagne e nelle nostre valli per riconquistare la democrazia e la libertà durante l’epopea della Resistenza e della Lotta di Liberazione?

Fraterni e sinceri saluti – Antonio Franchi Presidente ANPI della Provincia di Teramo