ASSERGI – Il primo “Meeting Europeo sul Fringuello alpino (Montifringilla nivalis), iniziativa promossa dal Reparto Carabinieri Biodiversità di L’Aquila dal 22 al 24 novembre, è di grande importanza per il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, e per il ruolo che ha avuto negli ultimi 20 anni nella tutela della specie.
Dalle ricerche finanziate dal Parco nel periodo 1998/2003 sullo stato del Fringuello Alpino a Campo Imperatore è risultata subito evidente una “Core Area” della specie di interesse europeo. L’’Ente Parco ha presto rilevato l’importanza del monitoraggio della popolazione presente sul massiccio del Gran Sasso e a forte rischio di estinzione locale a seguito dei mutamenti climatici.
La fruttuosa collaborazione con le Associazioni Ornitologiche prima, il Corpo Forestale dello Stato in seguito, oggi con il Reparto Carabinieri Biodiversità di L’Aquila, ha permesso all’Ente Parco di avere dati utilissimi per predisporre strumenti di pianificazione e gestione del territorio non solo compatibili con le Direttive Europee, ma anche lungimiranti su questioni come i cambiamenti climatici in corso.
Dal 22 al 24 novembre, a L’Aquila, gli studiosi europei del Fringuello alpino (European Snowfinch Group), si incontreranno per discutere un protocollo di monitoraggio condiviso, per la raccolta standardizzata dei dati su vasta scala, rivolto allo status delle popolazioni presenti in Europa.
A tale Protocollo l’Ente Parco ha già aderito con la Delibera de Consiglio Direttivo n. 40/18 del 18 ottobre 2018 recante “Adesione al Protocollo di intesa per la Concretizzazione di azioni a favore della specie Fringuello alpino (Montifringilla nivalis) nel suo areale di distribuzione nell’area appenninica”
Il Presidente del Parco Tommaso Navarra, che porterà il suo saluto all’avvio dei lavori del Convegno previsto per il prossimo 23 novembre dal titolo “Fringuello Alpino e mutamenti climatici”, dichiara:
“Il territorio protetto che rappresento ha un ruolo fondamentale in Italia per la conservazione delle tante specie, non solo ornitiche, a rischio per effetto dei cambiamenti climatici. Tale ruolo sarà sempre oggetto di una attenzione puntuale non solo nelle attività di tutela ma anche di formazione ed informazione verso le nuove generazioni. Generazioni che rischiano di non poter più ammirare il volo di un fringuello alpino a Corno Grande, il musetto di una arvicola delle nevi a Campo Pericoli o il riverbero del ghiacciaio del Calderone, e soprattutto rischiano di vedere disperso un patrimonio di biodiversità che costituisce l’unica vera ricchezza, di eccezionale valore, del nostro territorio identitario. Ancora una volta non possiamo non ringraziare il preziosissimo lavoro del Reparto Carabinieri Biodiversità di L’Aquila e in particolare dell’ornitologo Eliseo Strinella.”