Con visori VR di ultima generazione i partecipanti si sono potuti immergere nei suggestivi concerti proposti nelle abbazie del territorio

TERAMO – Immergersi in concerti jazz e nell’arte medievale, anche se reclusi. È questa la magia avvenuta nel carcere di Castrogno, a Teramo, dove i detenuti hanno vissuto un’esperienza unica e straordinaria grazie alla realtà virtuale. Il progetto, frutto dell’innovativo Abbazie Jazz Digital Festival 2024, ha portato questa mattina (22 ottobre 2024) gli spettacoli registrati durante il festival all’interno delle mura dell’istituto penitenziario, offrendo ai detenuti la possibilità di godere di un viaggio sonoro e visivo che li ha trasportati fuori dal loro ambiente quotidiano. L’esperienza, resa possibile attraverso visori VR di ultima generazione, ha permesso ai partecipanti di sentirsi presenti fisicamente nei suggestivi concerti che si sono tenuti nelle abbazie storiche del territorio. I video a 360 gradi, registrati con tecnologie avanzate durante Abbazie Jazz Festival, sono ora un mezzo per offrire emozioni intense ed esperienze dall’alto valore trattamentale, in quanto capaci di trasformare la percezione dei detenuti e ampliando i loro orizzonti, in vista di un futuro reinserimento sociale da persone libere. Guidato dal maestro Carlo Michini, direttore artistico dell’Abbazie Jazz, e dal digital manager Graziano Di Crescenzo, l’esperimento è stato accolto con grande entusiasmo da chi ha avuto l’opportunità di viverlo. L’iniziativa, parte di un progetto più ampio denominato Abbazie Digitali, in collaborazione con ITACA Agenzia per lo sviluppo locale, finanziato dal PNRR NextGenerationEU, Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, punta a promuovere la transizione digitale e verde della Valle delle Abbazie anche nei contesti più complessi, come quello delle carceri. L’esperienza sarà ripetuta anche per i detenuti di altri istituti penitenziari della regione Abruzzo.

Il Festival, organizzato da Luzmek ETS con la direzione artistica del M° Michini, è stato caratterizzato da 13 concerti, dall’11 luglio al 5 agosto 2024, nei luoghi più suggestivi della Valle delle Abbazie, in provincia di Teramo. A inaugurare Abbazie Jazz Festival 2024 è stato il Kenny Barron Trio a Cellino Attanasio dove si è esibita anche Serena Brancale. A Montone c’è stato il concerto di Richard Bona & Alfredo Rodriguez Trio. L’Abbazia di Ronzano a Castel Castagna è stato lo scenario del concerto di A Kind of Bill. Tony Pancella e Bepi D’Amato con Duke Monk & Viceversa si sono esibiti nel chiostro del convento Santi Sette Fratelli a Mosciano Sant’Angelo. L’Emmet Cohen Trio è stato protagonista nel Chiostro dell’Abbazia di Propezzano a Morro d’Oro per Abbazie Jazz Club. Nell’Abbazia di San Salvatore a Canzano ci sono stati Mike Stern & Randy Brecker Band e Rachel Z, Omar Hakim Trio con Jonathan Toscano. Francesca Tandoi si è esibita a Castelbasso come anche Frank Gambale All Star. L’Abbazia di San Giovanni ad Insulam ha ospitato l’esibizione di Duke’s Dreams.

“La cultura – dichiara Michini – è sicuramente uno strumento di educazione e rieducazione; voler offrire immersive e potenti esperienze culturali proprio a persone detenute, ovvero a chi vive la privazione della libertà personale, è l’intento di questa parte del progetto che dimostra come la tecnologia possa abbattere determinate barriere, rendendo la cultura accessibile e inclusiva anche per chi vive in condizioni di restrizione. È un’opportunità per restituire dignità e speranza a queste persone, offrendo loro un contatto diretto con il patrimonio culturale del territorio e con la grande musica. La realtà virtuale in questo contesto, l’ultima delle istituzioni totali rimasta nella società moderna, diventa non solo uno strumento per veicolare conoscenza e bellezza ma appare altresì capace di agire una valenza terapeutica: per alcuni, è stata l’occasione di provare emozioni positive e vivere un momento di connessione con il mondo esterno, favorendo un processo di rielaborazione emotiva e personale del proprio vissuto. Ringrazio la direttrice della Casa Circondariale di Teramo, Maria Lucia Avantaggiato per l’accoglienza e per aver creduto nel nostro progetto da subito unitamente alla sua equipe trattamentale e al precedente dirigente Stefano Liberatore.

Il progetto di inclusione e innovazione è stato finanziato dal PNRR, l’iniziativa rientra infatti nel quadro del programma di finanziamento europeo PNRR, specificamente all’interno della Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, Componente 3 – Turismo e Cultura 4.0 (M1C3). Questo programma prevede misure a sostegno dell’industria culturale e creativa per l’innovazione e la transizione digitale, tramite la Direzione Generale della Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. In particolare, l’investimento si focalizza sulla “Capacity building per gli operatori della cultura”, per supportare progetti come quello realizzato nelle carceri, capaci di coniugare inclusione sociale e tecnologie avanzate. Questa esperienza non è un unicum. Gli stessi concerti in VR sono stati trasmessi anche ad altre associazioni che tutelano i diritti delle persone più fragili, come la Lega Italiana Fibrosi Cistica Abruzzo e la Fondazione Diocesana di Religione “Istituto Maria Regina” – Casa Madre Ester di Pineto. Dopo un periodo di preparazione e di organizzazione, finalmente anche i detenuti di Castrogno hanno potuto vivere questa esperienza immersiva, dimostrando che la tecnologia può arrivare ovunque, abbattendo barriere e portando la bellezza e la cultura anche nei luoghi più insospettabili.

Il progetto, che ha ricevuto consensi unanimi, è un chiaro segno di come la cultura e la tecnologia possano unirsi per creare percorsi di crescita personale e rieducazione anche in contesti difficili come quello carcerario. “Abbiamo portato la magia del jazz e della bellezza architettonica delle abbazie dentro le mura del carcere, rendendo l’esperienza disponibile a chi ne ha più bisogno, – commenta Di Crescenzo, sottolineando l’importanza di tali iniziative per costruire una società più giusta e inclusiva – “è solo l’inizio di un percorso che promette di cambiare il modo in cui la cultura viene percepita e vissuta anche nei contesti più complessi. L’augurio è che queste esperienze possano contribuire a costruire un futuro di opportunità e riscatto, dove la tecnologia e il patrimonio culturale diventino strumenti per un cambiamento autentico e profondo”.