TERAMO – Forse è passata in second’ordine la notizia data dal presidente del Teramo Calcio in occasione dell’ultima conferenza stampa. Ricordiamo, pertanto, che la società biancorossa ha, nei quadri dirigenti, due figure al minimo federale. Il primo ha rinunciato a somme precedentemente pattuite per tre anni (Andrea Iaconi) ed il secondo ha rinnovato alle nuove (Sandro Federico).

Traduzione? L’importo per ciascuno, oggi, è di € 26.700,00 lordi annue, pari ad € 18.480,00 netti ed è equiparato a quanto dovuto ai calciatori professionisti di età superiore ai 24 anni. Che chiavi di lettura dare?

Di assoluto rispetto, intanto, nei loro riguardi: Andrea Iaconi, infatti, è ad una distanza siderale dai compensi precedentemente pattuiti per tre stagioni, mentre Sandro Federico, seppur con il contratto scaduto a giugno, ereditava da Campitelli una somma non inferiore a più del doppio dell’attuale. Rispetto assoluto ai due, pertanto… ma con qualche punto di domanda.

In una fase di “nuova bonifica” (lo diciamo con il sorriso sulle labbra, senza voler fare stupida ironia – ndr), i “tagli” all’organico affidati soprattutto ad Andrea Iaconi, sono obbligatori. Lui non si sta tirando indietro pur nelle tante difficoltà dei casi. Il DG, però, rimane uomo di programmi e di sviluppi progettuali a medio e a lungo termine: a Teramo, in fondo, era arrivato per questo, dopo reiterate insistenze. Siamo dinanzi ad una fase che si concluderà il prossimo 5 ottobre, alla chiusura del mercato? E’ possibile, non soltanto ipotizzabile.

Per Sandro Federico il discorso è diverso, almeno apparentemente: che sia stato il primo dei collaboratori di Iaconi, è certo, ma che in quest’ultimo periodo non ne sia più soltanto l’ombra è altrettanto innegabile, e la scelta di Massimo Paci allenatore, non a caso, è sua. Poi c’è da aggiungere che di strada, l’ancora giovane DS, deve percorrerne parecchia prima di dire “No, grazie“. Da questa angolazione il binomio con l’allenatore ha diversi, comuni denominatori: rispettabili, anche encomiabili.