Un altro rilevante premio per Davide Lupinetti, il promettente regista abruzzese, che, un po’ alla volta, sta guadagnando un posto di rilevo nel panorama della cinematografia d’autore. Stavolta la giuria di Festival In Corto a Messina, lo ha insignito con un Premio speciale per il suo cortometraggio Nautilus (2002) girato interamente nel territorio di Silvi e, segnatamente, nella splendida cornice delle terre del Cerrano. A ritirare il premio, nei giorni scorsi, in suo luogo, l’attrice pescarese Maria Grazia Di Giulio, ospite del Festival. Un altro riconoscimento, per lo stesso lavoro, che fa il paio con la targa di miglior cortometraggio dalla città di Ferrara ricevuta nello scorso mese di giugno dai giurati Estensi.
Nautilus è stato girato a Silvi Marina, mettendo in scena le bellezze autoctone e, segnatamente, quelle delle terre del Cerrano. In una clinica bellissima del litorale abruzzese, nella splendida cornice del mare adriatico, giovani infermiere si prendono cura di un gruppo di anziani. Al suo interno, invitando la sua paziente a spogliarsi, un dottore comincia la sua visita. Nautilus è un piccolo cortometraggio in cui il regista ha tenuto a mente quella che è stata la produzione cinematografica italiana dei primi anni settanta: la commedia erotica. In questo gioco del vedere senza vedere, della fantasia ad occhi chiusi, appunto, risiede la ricetta per lo stile di regia. La fotografia è calda, con una patina grumosa, proprio come nei film del tempo, dove i colori sono accesi ma non debordanti, come se nell’aria si respirasse ancora l’ottimismo per un Paese decrepito che, nonostante abbia già un piede nell’obitorio, è ancora capace di fare qualche bella pernacchia. I movimenti sono fluidi e lenti, senza bruschi tagli, come in un lungo spogliarello che si sofferma sul corpo morbido e curvilineo di una bella donna che solletica le fantasie erotiche degli uomini, lasciando intravedere senza mai guardare. Nella seconda parte, quando si seguono gli attori nel corridoio, si scopre che ridere è l’unico modo possibile per non piangere. Qui i colori sono decisamente più sobri.
Nautilus è stato realizzato nel 2021, in piena emergenza covid. Sebbene la pandemia non sia un elemento chiave del film, ma percettibile solo dalle mascherine portate dagli addetti alla clinica, l’opera ricalca, con ancor più forza, lo stato sociale di quelli che potrebbero essere i nostri nonni. È questa la denuncia sociale del film: la terza età, fascia di persone sempre più abbandonata a sé stessa. Non va, infatti, dimenticato che l’Italia è il secondo Paese più vecchio al mondo e il primo in Europa (dato in costante crescita e le previsioni dicono che, nel 2050, un italiano su 3 sarà over 60).
Davide Lupinetti è un regista abruzzese, nato ad Atri e residente a Silvi Marina. Laureato in Media Design e Arti Multimediali alla NABA di Milano, ha vinto una borsa di studio alla San Francisco State University, che, così, gli ha dato l’opportunità di studiare film in California e muovere i primi passi come regista tra i più importanti brand internazionali (YouTube, Cartier, Jaguar, l’European Council per citarne alcuni). Da liceale, nel prestigioso Spaventa di Città Sant’Angelo, una sua foto è stata premiata da Oliviero Toscani.
Davide Lupinetti ha diretto tre cortometraggi, 50 e 50 (2018), Under the Water (2020) e Nautilus (2021). I suoi corti hanno ricevuto nomination e premi in più film festival in giro per il mondo. Merita la menzione il premio diversità come valore ad Under the Water, ricevuto alla 77esima Mostra del cinema di Venezia. Sempre nel 2021, tra le sue produzioni il documentario sul campione del mondo di canoa, Nicola Zamuner, progetto anch’esso presentato al festival del cinema di Venezia e due videoclip, “dal tramonto all’alba – il più grande omaggio ad Ennio Morricone” e “Cosa sono io per te”, che hanno superato le 100mila visualizzazioni su YouTube.