ROMA – Prestare attenzione al Sistema Trasfusionale pubblico, basato su principi del volontariato, quale parte integrante del Servizio Sanitario Nazionale. Garantire la preferibilità sociale, etica ed economica del modello universale di sanità pubblica. Agevolare il percorso delle modifiche legislative che possa consentire ai medici specializzandi anche con prestazioni retribuite di poter operare nelle Unità di Raccolta associative e nei Centri Trasfusionali.
Educare i giovani alla cultura del dono attraverso l’insegnamento dell’educazione civica in quanto questa rappresenta un gesto civico e solidale indispensabile alla formazione dell’individuo, inserendo fin dai libri di testo per la scuola primaria nozioni semplici ma importanti con un linguaggio adeguato. E, non ultimo, sostenere il valore etico e sociale della donazione di sangue, mediante la piena attuazione della Legge 219/2005.
Questi i temi emersi martedì 20 febbraio 2024 nel corso dell’incontro tra il Presidente della Camera dei Deputati, On. Lorenzo Fontana, e il Presidente di FIDAS Nazionale,Giovanni Musso. “Un incontro particolarmente soddisfacente – riferisce quest’ultimo – ringrazio il Presidente della Camera, On. Fontana, per l’attenzione ai temi trattati e alle istanze che FIDAS ha portato e intende continuare a portare avanti al fine di assicurare al nostro Paese l’autosufficienza di sangue ed emocomponenti e, di conseguenza, un futuro sereno al Sistema Trasfusionale italiano“.
Da oltre 60 anni la Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue che, ad oggi, raccoglie oltre 500 mila donatori e 80 Federate ha come obiettivo quello di promuovere la cultura della donazione di sangue e incardinare il principio della donazione volontaria, periodica, gratuita, responsabile, anonima ed associata.
Per realizzare tale finalità, FIDAS è fortemente impegnata per la salvaguardia e la corretta gestione di una risorsa strategica quale è il sangue con i suoi componenti, con il precipuo scopo di garantire le terapie salvavita alle migliaia di pazienti che quotidianamente si sottopongono a trasfusioni o alla somministrazione di farmaci plasmaderivati.
Negli ultimi anni, purtroppo, i dati raccolti dal Centro Nazionale Sangue evidenziano una costante e pervicace diminuzione di unità donate e di donatori, in parte dovuto al gravoso effetto collaterale della situazione pandemica che ha messo a dura prova l’intero Sistema Sanitario Nazionale. Notizie analoghe giungono anche dall’estero. Per il futuro, le prospettive non appaiono di certo migliori, ed è prevedibile che, in mancanza di interventi efficaci, tanto il Sistema sanitario quanto il mondo del volontariato italiano del sangue arrivino a drammatici punti di crisi.
“È necessario intervenire prontamente – afferma al riguardo il Presidente – per invertire l’attuale tendenza, riorganizzando le strutture con mentalità innovativa e con l’ausilio anche di sperimentazioni gestionali che realmente possano trasformare l’attuale assetto e renderlo pronto per le esigenze presenti e future”.