TERAMO – La Tercoop ricorrerà al Consiglio di Stato contro la sentenza del T.A.R. Abruzzo L’Aquila e connessa istanza di sospensione della suddetta, affidando l’impugnazione all’avvocato Francesco Calcagni. Decisione che accogliendo acriticamente le richieste e il racconto del Comune ha ritenuto inammissibile e infondato il nostro ricorso. Se si renderà necessario segnaleremo quanto sta avvenendo anche alla Corte di Giustizia Europea, nonché all’adunanza plenaria del Consiglio di Stato.
Solo in linea di principio, cioè in linea di massima, è necessario partecipare alla gara per aver diritto alla tutela del ricorso, proprio perché esistono casi dove la non partecipazione può essere indotta, come nel nostro con la concessione di un diritto di prelazione sui futuri
ricavi dai parcometri concesso alla Easy Help, supportata anche da una convenzione a garanzia e tutela degli interessi del gestore, ma anche per l’impossibilità di poter migliorare il project financing con delle offerte aggiuntive veramente migliorative e di poter solo
peggiorare le condizioni dell’appalto per la Easy Help e soprattutto per il personale eventualmente riassorbito. Siamo stati costretti a non dIlapidare inutilmente ulteriori 10mila euro con una partecipazione fittizia che sarebbe servita solo a legittimare la “non gara”.
Dopo aver vinto tutte le selezioni indette dal Comune di Teramo per la gestione dei parcheggi a pagamento, dopo aver presentato tre progetti per i futuri parcometri e dopo aver partecipato alle due costose gare “ponte” definite unanimemente “disastri” sociali per
gestore e lavoratori e anche per questo abortite, avremmo deciso “volontariamente e liberamente” di rinunciare a competere per un appalto che garantirà profitti certi? Una ricostruzione superficiale, sbrigativa e nella sostanza non veritiera, per noi inaccettabile.
Avevamo spiegato nel ricorso i motivi della forzata rinuncia, ma delle nostre spiegazioni non si è tenuto conto.
Alla selezione per l’affidamento di sei milioni di potenziali ricavi con profitti sostanzialmente garantiti non è pervenuta una sola offerta “migliorativa” del project financing, quando solo un anno fa alla disastrosa gara ponte avevano partecipato tre cooperative sociali con tre
diverse offerte. Il Collegio del Tar non si sarà chiesto nemmeno il perché, anche se le normative vigenti in materia di appalti pubblici vietano tassativamente e non in linea di principio, di limitare, ostacolare o impedire la libera concorrenza.
Il Collegio del Tar non si limita alla superficiale e sbrigativa considerazione di inammissibilità, ma entra nel merito del ricorso e sposa tutte le argomentazioni della controparte, senza possibilità di replica e contraddittorio e senza verificare eventuali omissioni o inesattezze da parte dei legali del Comune.
Come il nostro primo studio di fattibilità per un progetto di partenariato pubblico-privato consegnato al protocollo generale a novembre del 2013, al Sindaco, alla Giunta e ai Consiglieri comunali, con il quale la Tercoop si impegnava a destinare tutti gli utili ricavabili
dall’installazione di modernissimi parcometri alla manutenzione del lungofiume salvaguardando 26/28 posti di lavoro, progetto del quale i legali del Comune hanno perso memoria e lo stesso Collegio del Tar, replicando solo la versione omissiva della controparte ne cita due e non tre come erano gli studi di fattibilità allegati al ricorso. Con una piccola modifica sul numero degli stalli e dei conseguenti ricavi anche il primo progetto sarebbe risultato ancora attualissimo e il Comune, oltre al “servizio al passo dei tempi”, avrebbe ottenuto un guadagno/risparmio di almeno due milioni di euro in sette anni di gestione.
Il secondo progetto di partenariato arricchito dall’offerta di ulteriori servizi è stato consegnato all’amministrazione comunale a maggio 2015, ma nonostante gli apprezzamenti dell’assessore in carica e dei sindacati, una valutazione formale del nostro studio di fattibilità c’è stata solo a giugno 2016, con un ritardo di un anno rispetto al tempo massimo consentito dalle normative e subito dopo la riforma del codice degli appalti che aveva reso necessario riformulare il partenariato in “contratto misto”.
Il terzo progetto, un “contratto misto” consegnato a novembre 2017 e valutato positivamente da una commissione consiliare, è stato scartato con motivazioni pretestuose e senza nessuna comunicazione alla Tercoop.
L’Unione Europea con una recente direttiva ha invitato i paesi membri a provvedere alla tutela e alla protezione dei segnalatori di illegittimità che penalizzano il pubblico interesse.
Il project financing della Easy Help/Costruttori teramani, con i quali gli uffici comunali al contrario di quanto avvenuto con la Tercoop hanno costantemente interloquito per richiedere modifiche e integrazioni alla loro proposta di gestione, con 200 stalli a pagamento in più e 4 posti di lavoro in meno garantirebbe in otto anni un interesse pubblico di scarsi 500mila euro, quattro volte inferiore alle nostre offerte e la metà di quanto richiesto dal 1992 al 2018 alla Tercoop. Ma nonostante l’evidenza dei numeri e del pubblico interesse penalizzato, delle normative che tutelano la libera concorrenza e non consentono agli enti pubblici di ostacolarla o limitarla in alcun modo, il Collegio del Tar non ci ha concesso nemmeno la possibilità di intervenire a confutare il non veritiero e omissivo
racconto dei legali del Comune.
Per la segnalazione all’Anac della Easy Help nel giugno 2020 a seguito di gravi inadempienze contrattuali e per il contenzioso legale ancora in corso con una Pubblica Amministrazione, il Collegio del Tar si è rimesso alle autonome valutazioni garantiste dell’ufficio legale del Comune. Ma nel maggio scorso la stessa Easy Help, in tandem con un’altra società marchigiana, si è aggiudicata l’appalto dei parcheggi a pagamento di Oristano e dopo nemmeno un anno di gestione del servizio, l’informazione locale si è già abbondantemente occupata di una serie di inadempienze contrattuali e sarebbe già partita una diffida dall’amministrazione di Oristano, mentre all’Anac sarebbe pervenuta un’altra segnalazione per inadempienza contrattuale e alla Procura della Repubblica anche un esposto. L’ufficio legale del comune di Teramo, come ha saputo fare per il precedente caso di Siniscola troverà ulteriori “validi” argomenti per minimizzare e giustificare le replicate inadempienze? (ufficio stampa Tercoop)