ANCONA – Incontro ad Ancona tra il nuovo Commissario alla ricostruzione, l’on. Giovanni Legnini, e i rappresentanti del coordinamento nazionale delle Anci terremotate. “Siamo a un punto di svolta – ha detto Maurizio Mangialardi, presidente Anci Marche e coordinatore nazionale dei presidenti Anci regionali, introducendo l’incontro – e abbiamo piena fiducia che le competenze del commissario Legnini possano consentire di avere l’accelerazione necessaria per far partire la ricostruzione pubblica e privata”. Presenti Gianguido D’Alberto, presidente Anci Abruzzo
, Silvio Ranieri, direttore di Anci Umbria, Aleandro Petrucci, sindaco di Arquata del Tronto, Antonio Fontanella, sindaco di Amatrice, oltre ad Antonio Ragonesi, Responsabile Area Protezione Civile di Anci Nazionale e Laura Albani, responsabile del Dipartimento. “Attendiamo – ha proseguito Mangialardi – che il Commissario designato lo scorso 14 febbraio, sia nel pieno delle funzioni dopo la registrazione della nomina che avverrà entro il prossimo martedì”.
“L’incontro è stato molto positivo – ha sottolineato al termine della riunione Mangialardi anche a nome dei colleghi – e abbiamo la percezione di poter interloquire con un Commissario che non solo ha già presente le problematiche esistenti ma, in virtù del suo vissuto di amministratore e di parlamentare, conosce le dinamiche innescate”. “Ci è chiaro che l’on. Legnini – ha aggiunto – riconosca nell’Anci e nei sindaci il riferimento per intercettare le istanze che servono per sbloccare una situazione di stallo che non è più accettabile”.
“Il prossimo passo – ha concluso – sarà rivedersi in un’assemblea a Roma da qui a un paio di settimane nella quale definire le priorità e dare concretezza al percorso”. La nomina, è stato ricordato nell’incontro, arriva in un momento in cui la tensione istituzionale era altissima e restituisce la convinzione che si possa davvero cambiare passo.
E’ stato anche ribadito che “la ricostruzione pubblica non può essere affrontata con le norme vigenti. In un comune del cratere – hanno rilevato i presenti – ci sono sei passaggi burocratici in più (22 contro 16) rispetto a quelli necessari per appaltare un’opera in un Comune fuori dal cratere. Si tratte della più grande opera pubblica d’Europa il cui avvio non solo renderebbe giustizia ai cittadini di 130 comuni di quattro regioni ma inciderebbe anche sul Pil del paese”.(ANSA).