TERAMO – Nel vedere giocare il Teramo, almeno nel primo scorcio di campionato, ne apprezzammo la compattezza e la solidità tetragona dell’undici di Paci, che faceva del pressing alto e dell’anticipo le armi più usate, con un “contropressing” che permetteva di recuperare palla e di rigovernare l’azione. Il nostro gioco, poi, si sviluppava quasi sempre sulla catena di sinistra, sull’asse Tentardini-Santoro-Costa Ferreira, con quest’ultimo vero rifinitore e uomo assist, posizionato però sulla trequarti avanzata con l’unico piano “A”, che comunque funzionava e che vedeva sempre lo scambio stretto a due o a tre, con affondo sulla linea di fondo e palla dietro ad Ilari in taglio, da dx a sx, prontissimo a metterla dentro.

Vere rifiniture sulla trequarti centrale e di destra, ve n’erano con il contagocce, ecco forse spiegata la poca partecipazione alla manovra di Pinzauti. In sostanza era poco cercato perché tutti optavano per il passaggio obbligato, e per certi versi “condizionante”, a sinistra, a Costa Ferreira: difficilmente abbiamo potuto rimproverare Pinzauti per un dribbling sbagliato, per un passaggio sbagliato, per un gol mancato. La palla non gli arrivava mai e quando ha segnato, si è inventato sempre degli eurogol. Potrebbe anche essere colpa sua se non riesce a smarcarsi o a non dettare il passaggio al compagno, ma a noi non sembra di aver visto delle” imbucate” , se non in Teramo-Foggia (da Mungo) con gran goal…

Un vero uomo assist centralmente non c’è; tutti portano palla (Santoro) o lanciano lungo (Arrigoni): sulla fascia destra con Diakite ci si riusciva abbastanza ma poi, impiegandolo da centrale difensivo, lo abbiamo sostituito con Lasik che è un uomo di costruzione in più e che, con Ilari, “vivacizzava” la fascia destra con giocate più coinvolgenti, che innescavano maggiormente Pinzauti. Il gioco era fluido.

L’infortunio di Lasik ha compromesso il governo della fascia, con Ilari solo ad arginare le avanzate del fluidificante avversario. Addirittura, nelle ultime gare, abbiamo visto Costa Ferreira impiegato terzino, fuori dal vivo del gioco (incomprensibile, con tanti difensori in panchina – ndr).

Tutto ciò scaturisce dalla “necessità” di schierare qualche giovane in più, magari non proprio all’altezza, o qualche senatore intoccabile. Abbiamo perso la vivacità di Mungo in mezzo al campo (perché non gioca mai dall’inizio? -ndr), abbiamo reso “orfano” Ilari, bloccato e mai sovrapposto dal difensore per creare il due contro uno sull’avversario. Le vicende agonistiche sono ovviamente precipitate, complice, anche, ma poco, la dea bendata. Non possiamo avere una sola opzione (Costa Ferreira), bisogna crearne altre sulla fascia destra e al centro, con combinazioni alternative, altrimenti diventiamo prevedibili. Si continua a spacciare un modulo difensivo (4-4-1-1) con esterni alti, centrocampisti e non attaccanti, come fosse un 4-2-3-1 che, invece, è un modulo offensivo. Come lo è veramente il 4-2-3-1 della Ternana con Peralta o Partipilo a destra, Torromino o Furlan a sinistra e Falletti centrale dietro a Vantaggiato.

Allora chiediamo a Paci di osare maggiormente, applichiamolo veramente un modulo più offensivo: ci vuole un piano “B”, pertanto, privo di “condizionamenti”. Gli uomini per attuarlo ci sono e provare si può, anzi si dovrebbe.

Magari un 4-3-3, facendo “riposare” qualche senatore per rispolverare Mungo mezzala destra, riportando Ilari a sinistra in maniera da poter esaltare le sue doti di centrocampista, con Arrigoni play incontrista. Riallargando in fascia destra Santoro, questi con Diakite e Mungo creerebbe una bella catena di destra, davvero “arrembante”. Nella zona mancina potrebbero agire Tentardini-Ilari-Bombagi (o Costa Ferreira): sarebbe altrettanto “arrembante”, con Pinzauti o un nuovo attaccante, punta centrale. In difesa, centralmente Soprano, Piacentini (o Trasciani).

Se c’è questo incaponimento societario di non voler acquistare una punta, almeno limitiamo l’impiego dei fuoriquota, oltretutto se non sono prontissimi: questo non è il momento del minutaggio. Il fine, un buon piazzamento al termine della regular season, giustifica i mezzi (impiegare i giocatori migliori). E’ ovvio che si potrebbe anche “sposare” un modulo diverso da quello “suggerito”:  un vero 4-2-3-1 o un 3-5-2. Toccherà al mister, ovvio, ma se si sta disquisendo è perché vediamo il Teramo in “caduta libera” e ci ribelliamo a chi non capisce il pericolo che si sta correndo. Qualcosa va cambiato e, come direbbero i francesi, è tempo di “riposizionare la chiesa al centro del villaggio”. Magari torneremo a vedere un calcio meno prevedibile e più vincente. Semmai, al contrario, l’attuale situazione scaturisse dalla mancanza di rinnovi o altro, allora la situazione sarebbe più  delicata…

Un cosa è certa, per noi: quell’entusiasmo, quello spirito di gruppo di inizio campionato, sembrano essere svaniti e questa cocciutaggine esagerata del “minutaggio” ha condizionato anche le decisioni tattiche e di formazione, pur essendo ancora certi che la caduta libera possa essere arginata, già da domenica a Palermo.

La nostra maglia l’ha indossata anche chi scrive… La nostra età e le nostre esperienze, per una vita passata nel calcio, anche professionistico, ci consentono, con rispetto, di esprimere quello che rimane un semplice pensiero, sì critico, ma costruttivo. Ci auguriamo che il “nostro” Teramo, che è di tutti” e non di pochi, torni a vincere e a far gioire l’intera città – Diego Di Feliciantonio