TERAMO – Danno erariale per la mancata vigilanza sulla gestione e custodia degli impianti sciistici di Prati di Tivo: è quanto denuncia la guida alpina Pasquale Iannetti, assistita dall’avv. Vincenzo Di Nanna con il quale ha tenuto una conferenza stampa questa mattina per illustrare il contenuto dell’esposto depositato il 16 dicembre presso la Procura Regionale della Corte dei Conti Abruzzo e la Procura della Repubblica di Teramo, sulla vicenda degli impianti sciistici a Prati di Tivo. Una vicenda, quella sull’abbandono degli impianti, su cui Iannetti combatte da anni e definisce “una morte annunciata, hanno distrutto una delle più belle località d’Abruzzo”.
“Possiamo purtroppo parlare di distruzione, perché la mancanza di manutenzione e di ogni accorgimento volto a conservare gli impianti sciistici ben può averne compromesso, in maniera definitiva, l’utilizzabilità, trasformando la stazione di Prati di Tivo in una stazione fantasma – ha spiegato Di Nanna -. L’elenco dei danni generati dall’incuria va dalla distruzione di un montacarichi a quella di una staccionata, passando per l’abbandono di tre costosi battipista, due motoslitte, l’impianto di innevamento artificiale, sette produttori di neve artificiale e tutte le seggiole delle seggiovie, oltre allo stato di desolazione in cui si trova l’impianto CaseX situato a ridosso dell’edicola votiva della Madonnina sull’Arapietra. A seguito di questo la Provincia è intervenuta con un cospicuo contributo di ben 130.000 euro, fatto che di per sé consente di ipotizzare una responsabilità per danno erariale”.
Un bilancio cui si somma la distruzione dei tre O’bellX, già al centro di lunghe polemiche, non imputabile all’attuale gestore, la Marco Finori S.r.l., perché precedente alla sua custodia e dunque “la sua responsabilità può essere valutata solo a partire dal 17 gennaio 2019 sino ad oggi – come ha precisato Di Nanna -. Nel 2019 ha inizio la gestione in virtù di un contratto stipulato con la G.S.T. il 17 gennaio mentre, a partire dal 27 febbraio 2024, ha assunto l’Ufficio di custode con l’incarico di gestire e amministrare i suddetti beni. Non vi sono dubbi sul fatto che il gestore, in virtù del contratto stipulato, avrebbe dovuto curare con diligenza la manutenzione degli impianti e preservarli da ogni possibile fonte di danno”.
“Ma se il denunciante non ha dubbi sulla responsabilità della Finori S.r.l., d’altro canto non si ferma qui e domanda: ‘Quis custodiet ipsos custodes?’, ovvero: chi avrebbe dovuto vigilare sul custode? La domanda appare persino retorica e la risposta è semplice: la società Gran Sasso Teramano in liquidazione e tutti gli Enti pubblici proprietari, i quali sembra abbiano omesso di vigilare in maniera adeguata per tutelare il patrimonio di cui sono titolari pro quota, tanto che non risulta siano state intraprese azioni legali per richiedere alla società Finori un risarcimento dei danni o per querelare l’amministratore e legale rappresentante Marco Finori”, ha spiegato Di Nanna.
“E’ chiaro ed incontestabile che a partire dal 1 maggio 2020, quando Iannetti inviava a tutti i soggetti interessati una missiva in cui richiedeva un intervento deciso affinché fossero adottate le misure previste dal regolamento regionale in seguito alle negligenze nella custodia e manutenzione dei beni e delle attrezzature in concessione, i destinatari non potevano non essere a conoscenza dei danni derivati da tale negligenza. Danni che ora, dopo altri quattro anni di colpevole inerzia, hanno raggiunto le dimensioni di un disastro erariale”, ha concluso Di Nanna.
Una vicenda, quella dei Prati di Tivo e degli impianti di risalita, che sembra non avere mai fine.
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