MARTINSICURO – Dal 2007 al 2024, l’attuale Sindaco e parte della sua Giunta hanno governato quasi sempre, attuando una guerra contro le piante messe a dimora dalle precedenti amministrazioni comunali e provinciali.
I segni della violenza e dell’uccisione di tanti alberi sono ancora visibili oggi, sulle strade urbane di Martinsicuro e Villa Rosa, testimoniati da cemento, asfalto e betonelle utilizzati per coprire il taglio basale dei tronchi. Una pratica mai vista nelle città italiane, brevettata dalla Giunta Di Salvatore nella quale Massimo Vagnoni era Assessore all’Ambiente.
Dopo i traguardi green conseguiti dalla Giunta Caputi (1993 – 1997) e dalla Giunta Maloni (2002 – 2006) che hanno rinverdito il lungomare, dalla foce del Vibrata a via dei Pioppi e dall’approdo alla foce del Tronto con tamerici di alto fusto e arbustive, alberato via dell’Industria con pioppi bianchi, via Molise con acacie, via Venezia con ginko biloba, piazza Cavour con tigli e cedri, via Pigafetta – Cavatone con cedri, via Marconi con pini domestici e tamerici, via dei Liburni con tigli, via Baracca – incrocio lungomare con pioppi, che hanno istituito i Biotopi costieri, ricostituito due pinete a Villa Rosa per un totale di 6.000 alberi e arbusti. Un primato che aveva fatto di Martinsicuro un punto di riferimento per la sostenibilità ambientale e per la neutralità climatica.
Negli ultimi 24 anni il patrimonio arboreo pubblico è stato trascurato, gli alberi capitozzati molti dei quali si sono ammalati e altri sono caduti per danneggiamento alle radici causato da scavi per sottoservizi, facendo riemergere il primato del cemento e dell’asfalto.
Nella progettazione dei lungomari è mancato l’approccio scientifico per cui il paesaggio naturale è stato cancellato e le piante autoctone sono state sostituite con altre essenze non appartenenti alla flora mediterranea.
Il Sindaco Vagnoni e l’Assessore all’Ambiente Cappellacci, nonostante le nostre sollecitazioni, non avendo portato in Consiglio comunale il Piano del Verde per l’approvazione, hanno dimostrato disinteresse per una città sostenibile con i servizi ecosistemici donati gratuitamente dagli alberi.
Con meno alberi Vagnoni e Cappellacci hanno impoverito il territorio con meno aria pulita, meno ossigeno, meno fresco durante la stagione estiva, più smog in palese contrasto con l’art. 9 della Costituzione che recita: “la Repubblica tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”, con l’art. 1 della Legge 14/01/2013 n.10 che recita: “la Repubblica riconosce il 21 novembre quale “Giornata Nazionale degli Alberi” al fine di perseguire, attraverso la valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio arboreo e boschivo, l’attuazione del Protocollo di Kyoto, ratificato ai sensi della Legge 1/06/2022 n. 120 e le politiche di riduzione delle emissioni, la prevenzione del dissesto idrogeologico e la protezione del suolo, il miglioramento della qualità dell’aria, la valorizzazione delle tradizioni legate all’albero nella cultura italiana e la vivibilità degli insediamenti urbani”, con l’art. 1 dello Statuto Comunale, comma 7che recita: “il Comune, in base al progetto dell’ONU Urban CO2 Projet e all’adesione all’Alleanza per il Clima con D.C. n.48 del 18/05/1992, si impegna ad attuare misure graduali per proteggere la fascia di ozono per ridurre l’effetto serra per attuare il risparmio energetico, la rinaturalizzazione del territorio, la riduzione e il riciclo dei rifiuti urbani, la tutela e l’incremento del patrimonio arboreo e la tutela dei Biotopi”.
L’ultimo attacco grave contro il patrimonio arboreo è stato effettuato nel mese scorso nei confronti della pineta litoranea di Villa Rosa, con taglio ingiustificato di alberi sottoposti a vincolo paesaggistico, intitolata alle bambine e ai bambini di Villa Rosa ai sensi della Legge “Un albero per ogni nata/o” del 1996 con fondi europei.
Si aggiunge a ciò il recente taglio delle tamerici di alto fusto da via Amalfi a via Capri in area sottoposta a vincolo paesaggistico, piante messe a dimora nel 2006 sempre con fondi europei – Marta Viola, Simona Lattanzi