BELLANTE – Se leggi ti lib(e)ri è il tema istituzionale della decima edizione di Libriamoci, scelto per sottolineare il valore della lettura come espressione di libertà, e il libro come chiave per raggiungerla.

Libertà di conoscere, libertà di sognare, libertà di creare, libertà di trovare sé stessi tra le pagine di un libro e sentirsi parte di un mondo immaginato, immaginario, eppure incredibilmente reale.

Pennac nel suo “Comme un roman” ci elencava i diritti del lettore: evadere dal presente o immergervisi totalmente, rileggere o saltare le pagine, interrompersi a ogni capoverso o continuare fino a perdere il senso del tempo. Ma tra le tante, opposte libertà che concede l’esercizio del leggere, ce ne è una che non prevede contrari né inversioni: quella di pensare. Il lettore è libero perché il suo pensiero è ampio, critico perché allenato al dubbio, difficile da dominare perché desideroso di conoscere.

Tutti i plessi del nostro istituto hanno partecipato con entusiasmo all’iniziativa nazionale, intensificando i percorsi di lettura che vengono costantemente praticati e valorizzati nelle nostre scuole, riconoscendo il valore imprescindibile della lettura come strumento di crescita personale e comunitaria oltre che come strumento di evasione ed elevazione.

Le attività proposte sono state molte e diversissime tra loro, tradizionali o inconsuete: il teatro di figura di Noemi Marozzi con maschere, burattini e un dialogo tra la vecchia quercia e il suo ramo a fare da filo conduttore, le letture in lingua francese tenute dall’assistente Joan Baptista, le letture dei ragazzi della scuola secondaria di primo grado ai compagni della scuola primaria e della scuola dell’infanzia, le animazioni al kamishibai che per l’occasione è diventato un teatro d’ombre, i pic-nic letterari tra gli ulivi, le insegnanti che si sono scambiati le classi ed i plessi, entrando con la loro voce nel cuore e nell’immaginazione di volti curiosi e fino a quel momento sconosciuti.

Una settimana intensa ed incantata, che ha permesso a ciascuno di librarsi sulla forza, sulla delicatezza e sul potere delle parole che si fanno pensiero.