TERAMO – Lo scrivente Consorzio non può che elogiare il Consigliere regionale Sandro Mariani, il quale pochi giorni or sono ha stigmatizzato fortemente l’inerzia della Regione di fronte ai disagi causati dall’avvio dei lavori nel Traforo del Gran Sasso, i quali hanno sollevato numerose e fondate polemiche legate alle code chilometriche sulla A24 e i simili enormi rallentamenti per chi sceglie di percorrere alternativamente la SS80, invasa anch’essa dai cantieri. In tal modo, è evidente, l’intera provincia di Teramo è rimasta isolata
sia da L’Aquila, sia da Roma e sia da tutta l’Italia a ovest degli Appennini.
Prendiamo atto con piacere che Sandro Mariani condivida e difenda il “grande disagio che subiscono lavoratori, pendolari e cittadini che vedono moltiplicati i tempi di percorrenza per spostarsi a L’Aquila e Roma”, perché in tal modo “la provincia di Teramo rischia di rimanere tagliata fuori da tutte le direttrici viarie, con gravi ripercussioni per il tessuto produttivo ed economico, visti i forti rallentamenti sull’asse adriatico e le lunghe code verso quello tirrenico”.
Condividiamo anche la richiesta del Consigliere regionale, il quale pretende che “il Presidente Marsilio prenda finalmente in mano la situazione e convochi, come già chiesto più volte, un tavolo di coordinamento tra Regione, Anas, Autostrade per l’Italia e Autostrada dei Parchi affinché vengano coordinati i vari cantieri al momento presenti e si limitino così i disagi per chi percorre A24, A14 e S.S. 80”.
Ci sembra però, senza alcun sentimento polemico, che sebbene Mariani abiti proprio a Teramo (e proprio nel centro storico), egli non dedichi la medesima attenzione ai disagi che la città sta subendo a causa dei numerosi cantieri edili, stradali e infrastrutturali che assediano le antiche mura aprutine. Abbiamo già vissuto la vicenda mal gestita del cantiere della pavimentazione di Corso San Giorgio, che avrebbe dovuto concludersi in sei mesi, ma poi è durato parecchi anni per incapacità del Comune, e i danni di quella incapacità si sono visti con il crollo del commercio cittadino e con la desertificazione del passeggio lungo il Corso (che non è mai tornato quello che era prima).
Oggi assistiamo a vicende simili: cantieri installati, aperti e poi abbandonati per mesi; cantieri che occupano più suolo pubblico di quanto sarebbe necessario; cantieri che fanno scomparire – per la comodità delle ditte esecutrici – numerosi stalli utili ai residenti e agli utenti; parcheggi colonizzati da transenne, materiale edile e quant’altro; cantieri dove si lavora a ritmo blando; cantieri che chiudono non una, ma due vie cittadine per un solo appalto (teatro comunale); cantieri dove non si lavora inspiegabilmente per giorni e per mesi (Stazione Autobus di Piazzale San Francesco), nonostante non vi siano formali comunicazioni di interruzioni dovute a cause oggettive.
Ebbene, chi dovrebbe controllare, redarguire ed eventualmente sanzionare le ditte che si rendano inadempienti, ritardatarie, inerti, colpevoli di illeciti amministrativi? Chi dovrebbe tutelare i cittadini, i residenti, i commercianti dai danni enormi che questa cattiva gestione causa ogni giorno? Non è forse il Comune di Teramo? Crediamo di sì.
E non è forse un uomo di Mariani l’assessore ai Lavori Pubblici e all’Edilizia Pubblica? Non sarebbe opportuno che il Consigliere Mariani, con pari metro di giudizio, strigliasse tanto il Governatore Marsilio per ciò che attiene alla sua competenza, quanto il Sindaco di Teramo e il suo Assessore comunale affinché si sveglino dal torpore e si dedichino quotidianamente a monitorare tutte le situazioni sommariamente segnalate e fuori norma?
Non sarebbe giusto, caro Consigliere regionale, prendere atto che la città di Teramo subisce un torto persino maggiore del terremoto dall’incapacità di gestire seriamente e oculatamente i cantieri in corso e quelli (molto più numerosi) che devono ancora aprire?
Non sarebbe il caso di mettere mano alla revisione dei regolamenti comunali per rendere ancor più stringenti le norme di installazione e di utilizzo dei cantieri? Per ridurre le aree di suolo pubblico occupate? Per obbligare – in centro storico – ad estendere i turni di lavoro, utilizzando anche la giornata del sabato? Non sarebbe il caso di iniziare ad applicare le penali previste nei capitolati d’appalto? Non sarebbe opportuno sguinzagliare le Polizie Locali per alzare il livello dei controlli che dovrebbero essere cogenti, impellenti, stringenti e incalzanti?
Oppure è un preciso scopo politico ridurre alla fame coloro che lavorano e producono a Teramo, accelerando una desertificazione che è in atto da anni?
Attendiamo fiduciosi un riscontro, ma soprattutto azioni concrete. I disagi sono tutti uguali e non sono grandi oppure inesistenti a seconda della parte politica che ne porta la responsabilità sulle proprie spalle – Il Consorzio Shopping in Teramo Centro, La Presidente Franca Labrecciosa –