TERAMO – La città di Teramo sembra ormai affetta da una inguaribile “dendrofobia”, la paura degli alberi e di tutto ciò che li riguarda. Una paura immotivata (per la verità diffusa anche in altri comuni) che sta modificando il modo di gestire il verde nella città.
È di tre giorni fa il taglio, ad opera del Comune, dei pruni davanti alla Scuola San Giorgio, preceduto di pochi giorni dal taglio di numerose piante in via Cavour su iniziativa di un condominio. È ancora vivo poi il ricordo per l’incomprensibile taglio di dodici tigli per allargare la fermata degli autobus davanti all’Istituto Tecnico per Geometri in via Cona. Così come non si può dimenticare il continuo taglio di platani, giudicati malati, lungo viale Bovio, un susseguirsi di interventi che sta trasformando radicalmente uno dei viali più caratteristici della nostra città.
È impossibile seguire queste continue aggressioni al patrimonio verde (anche perché il sito del Comune di Teramo appare alquanto lacunoso in merito alla pubblicazione degli atti autorizzativi): i tagli avranno pure tutte le autorizzazioni, ma sono la prova di carenze gestionali del verde pubblico che si trascinano da anni. Se una pianta si ammala e diventa pericolosa, infatti, il più delle volte ciò è dovuto ad interventi sbagliati effettuati nel tempo. Un albero non costituisce un pericolo per il solo fatto di esistere. Al contrario, rappresenta un patrimonio che va seguito con cura proprio per impedire che possa divenire un pericolo.
Le promesse di ripiantumazione, anche quando vengono rispettate, non riparano il taglio. I benefici di un albero maturo sono immensamente maggiori rispetto a nuove essenze ripiantate perché, anche se la piantumazione dovesse andare a buon fine (cosa che non è affatto scontata), ci vorranno molti decenni per raggiungere le dimensioni dell’albero tagliato.
Il verde urbano rende le nostre città più vivibili: oltre a produrre ossigeno, le piante combattono il caldo abbassando le temperature, rimuovono gli inquinanti, garantiscono l’immagazzinamento e la purificazione dell’acqua, innalzano la qualità della vita offrendo luoghi tranquilli dove svolgere sport e attività di socializzazione, favoriscono la conservazione di molte specie animali rafforzando la biodiversità, migliorano l’estetica dei quartieri e tanto altro ancora.
Gli alberi meriterebbero ben altra considerazione e invece vengono quasi percepiti con ansia e timore, sono spesso mal tenuti e oggetto di tagli indiscriminati.
Purtroppo Teramo manca ancora di un piano del verde. Un’Amministrazione comunale che vuole difendere il proprio patrimonio arboreo cerca di intervenire in fase di pianificazione e progettazione al fine di evitare che si taglino indiscriminatamente piante sane ad alto fusto.
Il WWF Teramo, come già fatto in passato (anche attraverso la promozione del “Manifesto di Penne per gli alberi” con dieci punti sulla tutela del patrimonio arboreo), sollecita il Comune a realizzare finalmente un “piano del verde” in linea con le politiche internazionali ed europee in materia di sviluppo sostenibile e di conservazione della biodiversità. Se ne parla da tanti anni, ma il piano ancora non c’è. Peraltro nel programma del candidato, oggi sindaco, D’Alberto si prevedeva giustamente anche la redazione di un “regolamento comunale per la tutela del patrimonio arboreo e del verde” con la finalità di valorizzare dal punto di vista ambientale, paesaggistico, fitosanitario, la ricchezza degli spazi verdi. E l’approvazione di strumenti di pianificazione del verde era anche nei programmi degli altri candidati alla carica di primo cittadino, quindi una proposta del genere dovrebbe essere accolta positivamente da tutti i gruppi presenti in consiglio comunale.
Il WWF Teramo auspica che il Sindaco D’Alberto e l’Assessore Di Bonaventura vogliano attivarsi rapidamente convocando una riunione con le associazioni e gli ordini professionali del settore nel corso della quale illustrare come intende muoversi l’Amministrazione su questo delicato tema.