ATRI – Hanno raddoppiato in un anno il numero di pazienti interni ed esterni, garantendo una media di 80 trattamenti al giorno tra urgenti e programmati. Sono i numeri che caratterizzano il reparto di Riabilitazione dell’ospedale San Liberatore di Atri, guidato dalla dottoressa Giuseppina Franzone, che ad oggi si configura come uno dei migliori servizi del comprensorio per tutti coloro che necessitano di questo tipo di cure.
“Siamo molto soddisfatti – è il commento in merito della Franzone – perché parliamo di un settore nel quale, tendenzialmente, le degenze hanno durata di un mese, mentre da noi questa si riduce a 15 giorni. Coloro i quali, infatti, necessitano di riabilitazione, vengono costantemente seguiti durante la degenza con trattamenti no stop, al termine dei quali possono tornare a casa e continuare il loro percorso da esterni”. Una organizzazione efficiente, non solo dal punto di vista del paziente che in minor tempo vede risolvere le sue problematiche, ma anche dal punto di vista aziendale poiché, lavorando a pieno ritmo e riducendo in questo modo i tempi, la Asl risparmia anche in termini di retta alberghiera.
“L’efficienza del servizio – continua la dottoressa – ci ha consentito di toccare numeri davvero importanti, passando da 5.704 pazienti interni nel 2017 a ben 10.095 nell’anno in corso, che, peraltro, non si è ancora concluso. I dati infatti sono aggiornati a settembre 2018: ciò significa che, al termine dell’anno, potremo senza dubbio dire di aver praticamente triplicato le prestazioni”.
Anche il numero di pazienti esterni segue lo stesso andamento, essendo passato da 18.709 nell’anno 2017 a ben 30mila nell’anno in corso. “E’ una grande soddisfazione – commenta le cifre il consigliere regionale Luciano Monticelli – perché testimonia la capacità di risposta dell’ospedale alle esigenze dell’utenza che, in questo modo, non è costretta a ricorrere a soluzioni alternative, ma trova risposta nel proprio comprensorio. L’opera di rilancio e potenziamento dell’ospedale della città ducale procede dunque a gonfie vele e raccoglierne i frutti non può che riempirci di orgoglio”.
La qualità del reparto in questione è dimostrata anche da una recente pubblicazione di uno studio pilota portato avanti proprio dal San Liberatore di Atri circa la riabilitazione individuale in gruppi omogenei, studio pubblicato in occasione di uno degli ultimi convegni del Simfer, la Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa.
“Quest’area specialistica – conclude Monticelli – è di fondamentale importanza, se si pensa a quante volte, nell’arco di una vita, essa possa essere di grande aiuto. I migliori complimenti, dunque, alla dottoressa Franzone e a tutto il suo staff per l’impegno dimostrato ogni giorno e per la capacità di risposta a un’utenza sempre più vasta”.