TERAMO – Leggo con estrema ansia e preoccupazione il tentativo di procrastinare la riapertura delle scuole. Questo fatto determinerebbe un gap di natura culturale ed emozionale irrecuperabile, soprattutto per gli alunni più piccoli, che ne uscirebbero disorientati e potenziali analfabeti di ritorno. La battaglia politica, semmai, va compiuta per rimandare un referendum di cui non si legge nessuna premura, rispetto all’istruzione e all’ educazione dei giovani, questo sì argomento della massima urgenza, anche come segno di sensibilità verso le famiglie, spesso in grandi difficoltà nella conciliazione dei tempi lavorativi con quelli familiari.
Le scuole devono assolutamente riaprire nella massima sicurezza per gli alunni, rendendo obbligatorio e non facoltativo il tampone per tutti gli operatori scolastici (di questo mi sono fatta personalmente portavoce al Governo) e sanificando adeguatamente le strutture. Invocare una spesa eccessiva per la sanificazione, qualora le scuole riaprissero e poi dovessero rinchiudere per il referendum è fatto gravissimo (a monte di spese del tutto inutili, di cui taccio per decenza).
Ogni giorno di scuola guadagnato è preziosissimo, anche perché non sappiamo cosa accadrà nel breve futuro. Inoltre, qualora la politica unita non riuscisse a far spostare il referendum (cosa auspicabile), resta il fatto che le scuole interessate alla chiusura per il voto, non sarebbero così numerose. Inoltre c’è sempre il tempo di organizzarsi per usare altre strutture per il voto, come le scuole dismesse. Organizzarsi per settembre era la priorità assoluta, dato che il problema era conosciuto da marzo. Addossare la colpa ad altri è sempre segno di aver indugiato per incompetenza o negligenza.
Maria Cristina Marroni