L’AQUILA – La risoluzione approvata all’unanimità dalla “Commissione politiche europee” del Consiglio regionale, suggerisce una serie di modifiche all’impianto della proposta di regolamento europeo che intende incidere sul mercato dell’energia elettrica in tutti gli Stati membri. Il presidente della IV Commissione Simone Angelosante a margine della riunione ha voluto evidenziare l’importanza di questo voto: “Le regioni possono proporre miglioramenti dei regolamenti europee per meglio tutelare gli interessi dei cittadini. La proposta europea di ulteriore liberalizzazione del mercato dell’energia non tiene conto dell’essenzialità di questo settore, non considerandolo un servizio al pari, ad esempio, delle utenze idriche. Vogliamo, in tal senso, evitare che l’Abruzzo e le zone interne possano vedere un aumento incontrollato dei prezzi, in un momento storico di grande fluttuazione del costo dell’energia. L’unanimità con cui i membri della Commissione hanno votato questa risoluzione vuole dare un segnale forte all’Europa, nella direzione di calmierare il costo dell’energia, e al Governo nazionale che deve garantire tariffe certe e chiare”.
LA RISOLUZIONE – La Commissione ha evidenziato diverse criticità, considerando l’eccesso di “mercificazione” e deregolamentazione che si vuole imprimere al settore. “Una riforma troppo sbilanciata sul lato del liberalismo economico per questo tipo di mercato potrebbe rivelarsi insostenibile”, si legge nel documento dei Commissari, con il timore che il ruolo pubblico statale sia eccessivamente defilato. “Gli Stati – attesta la risoluzione – dovrebbero funzionare da garante, frapponendosi come scudo tra produttori e consumatori ed acquistando direttamente dai primi per rivendere alla variegata platea di soggetti che si configurano come utilizzatori finali, per porre in essere un mercato a prezzi regolamentati”. Ulteriori perplessità emergono anche sui tempi, giudicati eccessivamente repentini, per il passaggio definitivo all’utilizzo di energie rinnovabili abbandonando lo sfruttamento del combustibile fossile. “Il passaggio – sostiene la Commissione – deve essere più graduale (…) Sarebbe più opportuno che, almeno in fase di prima attuazione della riforma, i rischi venissero assunti dallo Stato”. Il timore dei Commissari è quello che possa ricadere sul consumatore finale il maggiore costo legato ai nuovi processi produttivi. Infine, viene ritenuta “non condivisibile e pericolosa la scelta di implementare la finanziarizzazione dell’economia del settore energetico attraverso gli strumenti di trading, con i connessi rischi di derive speculative”. (ACRA)
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