TERAMO – Le recenti esternazioni sulla stampa riguardo al distretto socio sanitario di Roseto e alla relativa casa di comunità dimostrano che, quantomeno, c’è molta confusione sulla normativa che regola la materia, e in particolare il Dm 77 del 2022.

Innanzitutto gli esponenti del Pd paragonano la casa di comunità Hub a un poliambulatorio. E’ un grave fraintendimento: la casa di comunità è un riferimento continuativo, H24 e 7 giorni su 7, per tutta la popolazione. Nella casa di comunità hub di Roseto non ci sarà solo un poliambulatorio, ma ci saranno i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta,  gli infermieri di famiglia e comunità, il Pua (punto unico di accesso, cioè il servizio a cui afferiscono tutte le richieste della popolazione di pertinenza territoriale), il Cup e la cassa ticket, la guardia medica, la medicina turistica,  il Cot (centrale operativa territoriale che ha una funzione di coordinamento tra i vari servizi presenti e di presa in carico della persona che si rivolge al distretto), assistenza domiciliare, le attività di telemedicina per la gestione dei pazienti cronici e appunto il poliambulatorio.

Inoltre il distretto socio sanitario non sarà soppresso e avrà le funzioni proprie previste dal Dm 77 del 2022. “Siamo di fronte a una profonda trasformazione delle attività territoriali, con un potenziamento di tutto il territorio, a livello nazionale e anche locale. La Asl ha già proceduto alla riorganizzazione dei distretti.  Nello specifico Roseto non solo avrà il distretto sanitario che rimarrà nelle sue funzioni, ma in più avrà una casa di comunità hub che non è affatto un poliambulatorio ma una struttura molto più complessa in grado di dare risposte concrete ai bisogni della popolazione, offrendo più servizi rispetto alla situazione attuale. L’invito, prima di dare informazioni fuorvianti che possono generare disorientamento e preoccupazione fra la popolazione, è ad approfondire, anche attraverso interlocuzioni con la Asl che è sempre disponibile al confronto, normative nuove e complesse, che peraltro sono oggetto di revisioni”, commenta il direttore generale della Asl, Maurizio Di Giosia.

Infine una puntualizzazione su un’altra imprecisione: il Pd  ricorda giustamente che è prevista costruzione di un distretto sanitario, ma non  corrisponde assolutamente al vero che avrebbe dovuto servire 200mila abitanti.  “Immaginiamo che la confusione nasca con l’area distrettuale Adriatico, che è un’area territoriale di più di 200mila abitanti, al cui interno insistono il distretto  socio sanitario della Val Vibrata, quello di Roseto e quello di Atri. L’organizzazione territoriale della Asl di Teramo prevede, in sostanza, due aree distrettuali, quella Adriatico e quella Gran Sasso (con i distretti socio sanitari di Teramo e Montorio)”, spiega Giandomenico Pinto, direttore dell’area distrettuale Adriatico.