TERAMO – La rigenerazione urbana integrata attuata con il riciclo delle urbane dismesse, secondo strategie di sostenibilità sugli insediamenti, dovrebbe rappresentare un’opportunità unica per attuare strategie di gestione del suolo.
Il riutilizzo ed il riciclo di aree già utilizzate dovrebbe essere un’opportunità che investe risorse e luoghi, sia che si tratta nella loro definizione di aree urbane dismesse, che avendo subìto un forte impatto generativo del degrado e dell’abbandono, costituiscono vere e proprie aree rifiuto, sia che si tratti di siti inquinati (e quindi inquinanti sul contesto limitrofo), quali ex siti produttivi di tipo industriale o comunque luogo di relitti abbandonati, frutto dell’azione antropica.
Purtroppo uno dei fattori ostativi agli interventi compatibili con le azioni di rigenerazione per le aree in questione è spesso di natura economica e ad esso connesso, lo stato di proprietà (privato) del suolo. Una politica amministrativa lungimirante, dovrebbe confrontarsi con l’investitore per gli aspetti decisionali di azione sulle aree interessate, non solo per il recupero fisico e produttivo dell’area ma anche per la capacità dell’ecosistema naturale di rigenerarsi e produrre benefici collettivi.
Purtroppo quello che si sta consumando in Gammarana, nell’intervento in corso nell’area ex Adone, da opportunità rischia di diventare una criticità. Stanno sorgendo dei volumi prefabbricati amorfi sicuramente poco identitari e non piacevoli allo sguardo. Detti interventi, senza una pianificazione degli spazi, della viabilità, delle relazioni sociali, delle relazioni con il contesto abitativo esistente, renderanno questi luoghi il luogo del consumo, come un aggregato di non luogo, luoghi non fisici o meglio l’urbano senza luogo.
Calvino, nelle sue descrizioni affabulatorie delle città invisibili, afferma: <<Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure, anche se il filo del loro discorso è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli, e ogni cosa ne nasconde un’altra […..] Le città credono di essere opera della mente o del caso, ma né l’una né l’altra bastano a tenere su le loro mura. Di una città non godi le sette o le settantasette meraviglie ma la risposta che dà alle tue domande>>.
Quelle domande che da anni abbiamo posto alle diverse amministrazioni sul recupero delle aree dismesse non hanno avuto risposta o meglio, sono quelle che si stanno realizzando.
Oramai parte del danno è stato consumato, riflettiamo su quello che dovrebbe essere l’intervento alla ex Villeroy, poiché, dalle poche informazioni avute, sembrerebbe che si stia percorrendo la stessa via.
Spazi di relazioni sociali inesistenti o se presenti relegati ai margini e poco fruibili, progettualità di una nuova viabilità inesistente (rischio camera a gas per inquinamento da traffico veicolare), al momento solo volumetrie ammucchiate senza la minima percezione della qualità architettonica.
Altri problemi in Gammarana sono stati segnalati piu’ volte e sono sul tavolo del Sindaco, speriamo a breve in un approccio costruttivo.
Presidente Associazione Quartiere Gammarana
Ing. Alfonso Marcozzi