MONTORIO AL VOMANO – “Attraversare il buio”, Weekend’Arte all’Ex Convento degli Zoccolanti di Montorio al Vomano con le foto di Paolo di Giosia, Federico Di Marco e Massimiliano Fabbiocchi in esposizione dal 23 al 25 giugno e preview giovedì 22 giugno ore 18:30 a ingresso libero.

L’ordinaria straordinarietà, il silenzio inaspettato, la fragilità dell’uomo ma anche il lavoro di squadra, la generosità ed infine la rinascita. Attraversare il buio afferra i mesi pandemici che hanno investito le nostre vite e li ripropone in un viaggio, un viaggio che si realizza in un percorso sensoriale che va al di là della semplice esposizione fotografica e porta lo spettatore ad immergersi nell’atmosfera della pandemia attraverso la percezione non solo di immagini ma anche di colori, suoni e memoria.

Tutto il lavoro corale degli artisti è presentato in un ambiente bianco, quasi surreale, che ricorda l’alone freddo e sterile dei dispositivi di protezione e accompagna il pubblico come se questo fosse in un limbo, un limbo neutro come la plastica attorno alle pareti che rievoca sentimenti di vaghezza e smarrimento, sentimenti che si fanno invadenti e pressanti ancor di più con le note del musicista Di Lorenzo. Si prosegue senza luce, se non pochissima, la necessaria che serve a dare vita alle fotografie in mostra, e come nei giorni dell’emergenza sanitaria bisogna seguire i propri sensi per andare avanti, bisogna lasciarsi guidare dall’istinto e dal desiderio di attraversare quel buio che è appena sceso.

Le visioni e le reminiscenze dei fotografi Fabbiocchi e Di Marco guidano la prima parte del viaggio incentrando l’attenzione dei loro obiettivi sulla documentazione, la cronaca, il reportage di chi ha lavorato sul campo in piena tempesta, loro stessi sono stati nella tempesta affinché potessero immortalare quei lassi di tempo e quelle circostanze così eccezionali. Le immagini che ci propongono appartengono alla memoria di ognuno di noi, le conosciamo nonostante le abbiamo vissute solo di riflesso, ma sanno ancora coinvolgerci: ci rammentano sorpresa, inquietudine, angoscia, sentimenti che abbiamo allontanato ma che sanno travolgere ancora il nostro cuore, ancora oggi. L’indagine dei fotografi è precisa e meticolosa, è un’attenta osservazione della realtà dura e spietata, ma è anche viva traccia di un respiro condiviso, di sollievo e di rinascita, rappresenta inoltre una speranza dell’atteso risveglio nelle istantanee del primo hub vaccinale.

A conclusione di questo itinerario a più dimensioni l’unica opera di Paolo di Giosia chiude il cerchio: una videoinstallazione, dal titolo Cluster, realizzata con l’aiuto del videomaker Bianchini, che si manifesta fissa sulla parete come monito, l’epilogo, il riassunto di tutto ciò che è stato visto, sentito e vissuto. È un’immagine che conferma la cifra dell’artista, che evidenzia il modo in cui abbiamo costruito un mondo di sovrastrutture e che la natura ha poi distrutto brutalmente. È tutto nitido ora, abbiamo raggiunto le nostre consapevolezze, abbiamo capito cosa questa situazione pandemica ci ha lasciato in eredità questi anni: c’è la luce, la luce, dopo aver attraversato il buio. (Valentina Firmani)

Info: 340 690 5880 – info@paolodigiosia.it.