TERAMO – Si terrà giovedì 25 maggio alle ore 18 presso la corte interna della Biblioteca Dèlfico di Teramo la presentazione del bel volume di Renata Ronchi dedicato alla figura di Vincenzo Rosati. All’incontro, organizzato dalla casa editrice Ricerche&Redazioni in collaborazione con la Delegazione FAI di Teramo e la Biblioteca Dèlfico, dopo i saluti del Capo Delegazione FAI Pietro Costantini, interverranno la restauratrice di opere d’arte Valentina Muzii, la giornalista culturale Anna Fusaro e il direttore della Biblioteca Dèlfico Dimitri Bosi. Per l’occasione saranno esposte alcune opere di Rosati provenienti dall’omonimo Fondo conservato in Biblioteca.
“È sempre interessante e fertile di spunti – si legge nella bella introduzione al volume a firma di Anna Fusaro – la circostanza che un saggio monografico su un protagonista della vita culturale sia scritto da una discendente, come nel caso di questo bel volume di Renata Ronchi sul prozio Vincenzo Rosati, ingegnere, artista, archeologo, nato a Ponzano nel 1859 e lì morto nel 1943 nel villino di famiglia, nella frazione civitellese che rappresenta la piccola patria della famiglia Rosati Ronchi, l’Itaca a cui fare ritorno, luogo di un continuo eterno ??????, anche solo affettivo e nostalgico a fronte dell’ingiuria del tempo sui luoghi cari”.
Il legame dell’autrice con Vincenzo Rosati arricchisce la ricostruzione storica e artistica di vita e opere del Nostro, vivificata da ricordi personali e familiari che aggiungono umanità e calore al ritratto di artista, educatore, tecnico. Un ritratto articolato di personalità eclettica, sfaccettata, complessa, come viene fuori efficacemente da queste pagine. Progettista di edifici e macchine, pittore, scultore, ceramista, didatta e direttore in varie scuole di arti e mestieri in Italia e all’estero (un vero pioniere in questo campo), collezionista, uomo di cultura, Rosati viene restituito a tutto tondo nel saggio di Renata Ronchi, nella giusta luce di uomo che seppe coniugare nel suo pensiero e nella sua azione la duplice natura, scientifica e umanistica, che aveva forgiato la sua formazione e dettato, insieme a ispirazione e sensibilità, il suo fare. La competenza e sensibilità culturale e artistica, come rivela Ronchi, gli fanno intuire, per esempio, la mano di Andrea De Litio nei magnifici affreschi della cattedrale di Atri, così come gli fanno scrivere una relazione (un’expertise, diremmo oggi) che attribuisce valore al negletto quanto strepitoso polittico di Jacobello del Fiore Incoronazione della Vergine, in una vicenda che svela miopia, ignoranza e avidità delle parti in trattativa.
Attenta studiosa di storia e arte locale, Renata Ronchi ha già scritto eccellenti pubblicazioni su due rilevanti artisti teramani, Luigi Cavacchioli, scultore (1856-1936) (monografia che ho avuto a suo tempo il privilegio e il piacere di presentare con l’autrice in un affollato incontro con la cittadinanza teramana) e Pasquale Morganti: scultore (1861-1940), entrambe edite da Ricerche&Redazioni, rispettivamente nel 2013 e nel 2018. E anche per questo nuovo saggio l’autrice si è affidata alla casa teramana e alle competenti mani degli editori Giacinto Damiani e Barbara Marramà. Per Ricerche&Redazioni, Renata Ronchi ha curato la voce “Il Fondo Rosati” nel volume collettaneo “Guida alle collezioni d’arte della Biblioteca Dèlfico” (2010), e ha pubblicato nella collana ‘Arte’ i due volumi “Luigi Cavacchioli scultore” (2013) e “Pasquale Morganti scultore” (2018).
Si legge nella quarta di copertina del volume: “L’ingegner Rosati è oltre che un tecnico sapiente, una fine anima d’artista” (dal ‘Centrale’, marzo 1904). “L’ingegner Vincenzo Rosati è una salda tempra di educatore e, insieme, una appassionata coscienza di artista” (Onorevole Foscari, 1912). “La sua è per me davvero una di quelle vite esemplari in cui mi specchio con nostalgia e rimpianto” (Valerio Mariani, 1932). “Il Rosati non riproduce, ma rappresenta la natura reinterpretando il mondo circostante plasmato dal suo occhio di artista” (Cosimo Savastano, 2004).
Il volume, con il patrocinio della Delegazione FAI di Teramo, è arricchito dalla presentazione di Valentina Muzii, l’introduzione di Anna Fusaro e il contributo di Fausto Eugeni. L’apparato fotografico è a cura di Vincenzo Ammazzalorso.