L’AQUILA – “È gravissimo che in Abruzzo non vi sia certezza sui fondi per il sostegno a centri antiviolenza e case rifugio. Le segnalazioni che riceviamo hanno dell’incredibile, perché anche a mesi di distanza dalle determinazioni dei Dipartimenti competenti, i soldi non sarebbero ancora a disposizione di associazioni e cooperative che si occupano quotidianamente delle donne che subiscono maltrattamenti. Una situazione di precarietà non più tollerabile. Per questo ho depositato un’interpellanza per fare chiarezza una volta per tutte, sapere che fine abbiano fatto questi fondi e perché non sarebbero arrivati nelle casse degli organismi individuati dalla Regione stessa”.
Ad affermarlo è il Capogruppo M5S in Regione Abruzzo Sara Marcozzi, che spiega: “Non è la prima volta che ci troviamo a denunciare la lentezza della Giunta regionale su fondi stanziati da mesi ma che non arrivano per tempo nelle casse di chi ne ha diritto. In questo caso ci sono realtà che si sono viste riconoscere a febbraio le somme per Centri Antiviolenza e Case Rifugio, ma che sarebbero ancora in attesa di averle effettivamente a disposizione. Sono organismi attivi sul territorio e che devono garantire l’operatività di un servizio di straordinaria importanza malgrado una Regione che sembra abbandonarli a loro stessi”.
“La gravità della questione mi ha spinto ad attivarmi per avere risposte immediate dal centrodestra. È inutile fare propaganda su un tema come quello dei maltrattamenti alle donne se poi si lascia con l’acqua alla gola proprio chi, ogni giorno, è in prima linea a offrire sostegno e aiuto. Questi ritardi rischiano di compromettere l’operatività di questi soggetti e non possiamo permettercelo. La pandemia e l’impennata delle denunce che si sono registrate negli ultimi anni dovevano suonare come un campanello d’allarme per velocizzare ogni tipo iniziativa. Peccato che finora non sembra che sia stato così. Il mio augurio è che, oltre ad avere spiegazioni chiare, chi governa la Regione sblocchi l’iter già nelle prossime ore e faccia in modo che certe situazioni non si ripetano in futuro”, conclude Marcozzi.