TERAMO – Finalmente arrivati all’UniTe i 42 studenti afgani, il più alto numero in Europa, giunti in Italia grazie al corridoio umanitario reso possibile dal progetto Roshanak a cura dell’Associazione Salam, in collegamento con il partner afghano ONG “Karawan Welfere Foundation”, in collaborazione con l’Università di Teramo e l’ADSU. “Un arrivo in Italia, in Abruzzo, che non è stato né semplice né veloce, ma realizzato grazie all’impegno quotidiano e costante durato quasi sei mesi”, ha precisato il rettore Dino Mastrocola. Un lavoro di squadra portato avanti, oltre alle associazioni coinvolte nel progetto, da Fiammetta Ricci, responsabile del progetto per Unite, Fondazione Tercas, Rotary, Cgil e Arci, Comune di Teramo, Comunità islamica a Teramo, dal Vescovo e dalla Curia di Teramo-Atri. Un lavoro che ha visto l’impegno di tutte le istituzioni, dalla Prefettura alle Ambasciate, dalla Regione Abruzzo alle imprese, al Banco alimentare di Pescara e alla Mensa dei Poveri di Teramo.
Da oggi, dunque, 14 studentesse e 28 studenti, provenienti dalla terra martoriata dalla guerra, avranno accesso ai corsi di laurea, alle lezioni in aula e ai laboratori dell’Università di Teramo per un’iniziativa che resterà un’azione umanitaria una tantum, ma che verrà rinnovata mettendo a disposizione (dei più meritevoli) borse di studio anche in futuro, perché “è necessario pensare a loro come a giovani che devono avere un’opportunità di studio, di conoscenza e di integrazione nel nostro Paese, non dimenticando chi da questa terra fu costretto a partire per migliorare la propria condizione – ha aggiunto Mastrocola –. E farlo con la discrezione necessaria per le situazioni che conosciamo solo attraverso i giornali, l’informazione radio televisiva e la lettura di qualche libro”.
Alla cerimonia di accoglienza, questa mattina, è stata presente in videoconferenza anche la Ministra dell’Università e della Ricerca scientifica e tecnologica, Maria Cristina Messa che, con le Università e i Centri di Ricerca sta portando avanti la politica di accoglienza, in questo momento indirizzata in particolare ai giovani profughi provenienti dall’Ucraina.