PESCARA – Le associazioni dei consumatori Federconsumatori Abruzzo, Adoc Abruzzo e Adiconsum Abruzzo esprimono forte disapprovazione per l’annunciato aumento delle addizionali Irpef da parte della Regione Abruzzo. “Un provvedimento che, se confermato, peserebbe ulteriormente sui bilanci delle famiglie e delle persone, già gravate dall’aumento del costo della vita, dall’inflazione e dall’insostenibile costo delle bollette di gas ed energia elettrica – spiegano i presidenti Francesco Trivelli di Federconsumatori , Monica De Vito di Adiconsum e Monica Di Cola di Adoc -. In questo scenario di crescente difficoltà economica, invece di sostenere i cittadini, la Regione sceglie di colpirli con un ulteriore aggravio fiscale, mentre la qualità dei servizi pubblici continua a peggiorare e alcuni sono diventati persino inaccessibili”.
“Ancora una volta – aggiungono – la politica fiscale regionale penalizza i consumatori abruzzesi senza garantire in cambio servizi adeguati. In particolare, la sanità pubblica ha subito un progressivo deterioramento, costringendo sempre più persone a spostarsi fuori regione per ricevere cure essenziali o, peggio ancora, a rinunciare alle cure per difficoltà economiche. La Regione, anziché investire sul miglioramento dei servizi e sull’ottimizzazione delle risorse, sceglie di colpire direttamente le tasche dei contribuenti, aggiungendo un ulteriore carico fiscale a una situazione già difficile”.
“Chiediamo alla Regione Abruzzo – concludono – di ritirare immediatamente questa proposta e di aprire un confronto con le associazioni dei consumatori per individuare soluzioni alternative, senza gravare ulteriormente su lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati. È necessario tagliare spese superflue e ridurre gli sprechi, piuttosto che aumentare le tasse ai cittadini senza garantire un miglioramento dei servizi. Se l’esecutivo regionale dovesse confermare questo provvedimento, le nostre associazioni saranno pronte a intraprendere azioni di sensibilizzazione e mobilitazione, perché i consumatori abruzzesi non devono pagare per la cattiva gestione della cosa pubblica”.