Papa Francesco aprirà la Porta Santa della basilica di Santa Maria di Collemaggio il prossimo 28 agosto. Sarà il primo Papa a farlo nella storia. A fine mese avverrà un primo sopralluogo e prima di Pasqua ci sarà l’incontro decisivo. Il Pontefice ha accolto dunque  l’invito formulatogli dal caro amico Cardinale Arcivescovo Giuseppe Petrocchi a presenziare la Perdonanza Celestiniana. Una visita a cui si lavora già da tempo con seri professionisti dei vari settori interessati da un evento internazionale di tale portata e rilevanza mediatica, per poter vivere, insieme alla comunità aquilana segnata da grandi sofferenze, questa immensa gioia, affinché l’evento possa svolgersi nel migliore dei modi. C’è chi si affida ai professionisti e chi si serve dei servi.

Papa Francesco che ha più volte invocato la pace nel mondo, che ha più volte ribadito la valenza straordinaria del perdono, ha un rapporto affettivo molto stretto con questa nostra terra . E, come avevo scritto nel giugno scorso – quando il Cardinale Petrocchi era stato ricevuto in udienza privata dal Pontefice – è ovvio che quell’incontro privato era stato richiesto per invitare Francesco alla Perdonanza del 2022. Sono obbligato a dedurne che c’è chi incontra il Papa per farsi una foto da mostrare ai vassalli, e c’è chi lo incontra per realizzare un evento storico.

Papa Francesco che, anche ieri , ha ricordato che “la pace  è sempre frutto del perdono quindi della giustizia e della misericordia”  sicuramente non perderà l’occasione per ricordare davanti a Collemaggio che “…perdonare costruisce la pace”. Il perdono non nega il torto subìto ma riconosce che l’essere umano, creato ad immagine di Dio, è sempre più grande del male che commette. Nella preghiera del Padre Nostro non a caso Gesù ha voluto inserire lo stesso insegnamento. Ha messo in relazione diretta il perdono che chiediamo a Dio con il perdono che dobbiamo concedere ai nostri fratelli: ‘Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori.

E , come leggiamo nel Vangelo, occorre “perdonare fino a settanta volte sette”. Vale a dire sempre: perdonare sempre”.  Certo non è facile.