ROMA, 19 DIC – Sulla Popolare di Bari, “chiediamo che l’intervento pubblico sia temporaneo e avvenga solo se PopBari si trasforma in Spa, come la legge la obbliga a fare, e come si è sempre cercato di evitare, anche da parte di certa politica, per mantenere gli assetti di potere locali“, sottolinea Marattin, responsabile econonomico di Italia Viva – ANSA, 10:56 –

ROMA, 19 DIC – “Sbaglia Matteo Renzi, e con lui sbagliano coloro che puntano l’indice contro Bankitalia colpevole, secondo questi critici, di omessa o scarsa vigilanza se non addirittura di compiacenza con i vertici degli istituti di credito finiti nel baratro. È infatti dal novembre 2014 che Bankitalia ha perso i suoi compiti di vigilanza sulle banche cosiddette “significative”, e la Popolare di Bari è una banca significativa per tutto il Mezzogiorno. Da 5 anni è direttamente
la BCE a vigilare, attraverso il Meccanismo di vigilanza unico che ha assunto i compiti e i poteri di vigilanza sulle banche, e questo meccanismo risponde direttamente alla Banca Centrale europea, con il neo-costituito Consiglio di sorveglianza“. Lo afferma Osvaldo Napoli, deputato di Fi.  “Tutte le altre banche – prosegue – quindi quelle non significative, rimangono soggette ai controlli delle autorità nazionali, che operano nell’ambito degli indirizzi formulati dalla BCE la quale, se lo riterrà necessario, ha tuttavia il potere di assumere la vigilanza diretta anche sulle banche non sistemiche. Contro questa possibilità si è battuta tenacemente la Germania, viste le condizioni critiche in cui erano (e sono) ridotte molte delle sue Landsbank, corrispondenti alle nostre Casse di Risparmio. Se la politica lasciasse per qualche tempo da parte lo spirito partigiano e conflittuale che la anima, molti problemi potrebbero essere affrontati e risolti. La campagna elettorale permanente sta danneggiando l’Italia più di quanto non riescano a fare i governi rabberciati degli ultimi anni” – ANSA, 13:09 –

ROMA, 19 DIC – “La misura è pienamente coperta. Prudentemente il bilancio dello Stato aveva risorse per interventi di questo tipo, non va a discapito di altre misure nè tanto meno è scoperta. Il decreto è bollinato“. Lo ha detto il Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, rispondendo alle domande nel corso dell’audizione in commissione Bilancio della Camera sulla manovra. “Si tratta – ha spiegato – di un aumento di capitale ‘fino’ a 900 milioni, non ‘di’ 900 milioni, di Mediocredito centrale. Le risorse provengono da stanziamenti destinati a finalità aventi la stessa natura. Abbiamo semplicemente rifinanziato queste somme verso istituti  nazionali” – ANSA, 13:50 –

BARI, 19 DIC – Decine di nuovi fascicoli d’inchiesta con l’ipotesi di truffa aggravata sono stati aperti dalla Procura di Bari sulla base di altrettante denunce che quasi quotidianamente vengono depositate negli uffici giudiziari dai risparmiatori della Banca Popolare di Bari. A quanto si apprende, ogni querela sta dando vita ad un’autonoma indagine ma tutte ipotizzano, al momento a carico di persone da identificare, lo stesso reato (ANSA, 15:29) – Le truffe, stando alle denunce e alla ipotesi accusatoria, si configurerebbero perché i dirigenti dell’istituto di credito non avrebbero sufficientemente informato i clienti dei rischi connessi all’acquisto dei titoli, manipolando in molti casi i questionari di profilatura dei rischi stessi, con l’obiettivo di collocare strumenti finanziari evidentemente inadeguati alle caratteristiche personali. Questo tipo di comportamento aziendale, oggetto delle nuove indagini nella procura, ha trovato conferma, secondo l’ipotesi investigativa, anche in tre recenti sentenze della Corte di Appello di Bari che nei mesi scorsi ha confermato l’esistenza di
violazioni contestate e sanzionate dalla Consob alla banca fin dal 2018.  Le condotte ritenute illegittime riguarderebbero, oltre le procedure di profilazione degli utenti, anche la non adeguata motivazione sulla base della quale la banca ha stabilito di volta in volta il prezzo delle azioni e le presunte omesse informazioni da parte dell’istituto di credito sulla natura illiquida dei titoli. La banca avrebbe cioè fatto credere ai risparmiatori che stavano acquistando titoli a basso rischio e facilmente liquidabili – ANSA, 15:42 –

ROMA, 19 DIC – “La mancata conversione in società per azioni della Banca Popolare di Bari, secondo quanto imponeva la legge di riforma delle banche popolari del 2015, ha determinato una governance opaca della banca con ramificate conseguenze“. Lo sottolinea, in una nota, Fabrizio Pagani, capo delle Strategie Globali del Fondo Muzinich e in passato consigliere economico del governo Letta e capo della segreteria tecnica del ministro Padoan. “Questo ritardo ha infatti comportato l’aggravarsi della situazione della banca e ha tenuto lontano investitori istituzionali privati che – spiega – avrebbero potuto
scongiurare l’intervento del Fitd (Fondo Interbancario Tutela Depositi) e il salvataggio pubblico che oggi sembra inevitabile” – ANSA, 17:51 –

BARI, 19 DIC – Diversi dipendenti della Banca Popolare di Bari sono stati convocati dalla Procura come persone informate sui fatti nell’ambito di una delle indagini in corso sulla presunta malagestione dell’istituto di credito barese. I verbali delle loro dichiarazioni, raccolte dagli inquirenti nei mesi scorsi, sono ora agli atti del fascicolo madre che ricostruisce quanto accaduto tra il 2013 e il 2016, gli anni dei due sospetti aumenti di capitale, dell’acquisizione di Tercas e delle presunte comunicazioni alla Consob di bilanci non del tutto veritieri, soprattutto con riferimento alla quantificazione dei crediti. Nel fascicolo, coordinato dal procuratore aggiunto Roberto Rossi e dal sostituto Federico Perrone Capano, sono finiti anche tutti i documenti, bilanci, verbali dei Cda e ispezioni della Banca d’Italia, acquisiti dagli investigatori della Guardia di Finanza negli uffici dell’istituto di credito quasi quotidianamente fino a tutt’oggi. È finito nello stesso fascicolo anche l’audio, diffuso nei giorni scorsi, della registrazione di un incontro avvenuto il 10 dicembre scorso, pochi giorni prima del commissariamento della Popolare di Bari, nel quale l’ex amm.re delegato Vincenzo De Bustis parlava esplicitamente di “conti taroccati“. In questa indagine, in cui lo stesso De Bustis è indagato nella sue precedente qualità di direttore generale, con l’ex presidente Marco Jacobini e altre 8 persone, sono ipotizzati i reati di ostacolo alla vigilanza, falso in bilancio e anche presunte condotte di maltrattamenti nei confronti di un ex dipendente – ANSA, 18:03 –