PESCARA –  Venerdì 20 dicembre a Pescara si terrà un workshop tematico su come valorizzare nel territorio una serie di criticità derivanti dall’ “alta proliferazione di animali selvatici. 

L’opuscolo informativo parte dall’assunto che l’eccessiva proliferazione di ungulati ( in buona sostanza, si parla di cinghiali) provoca ingenti danni al comparto agricolo e crea il rischio di incidenti stradali; da questo dato di fatto il progetto “Risorse naturali d’Abruzzo” si pone l’obiettivo “ambizioso” di trasformare tali problematiche in opportunità: creare una filiera controllata in grado di garantire da un lato carne di selvaggina di qualità, incremento reddituale delle aziende agricole aderenti, contenimento delle popolazioni di ungulati.

Il progetto può essere presentato con qualsiasi “terminologia”, ma a noi pare che la strategia di questo progetto, che prevede l’aggregazione di ulteriori soggetti e partners, preveda nella sostanza il contributo dei cacciatori, pur senza mai citare il termine “caccia”.

Il MOVIMENTO ANIMALISTA è dichiaratamente CONTRO la caccia, che consideriamo una forma di crudeltà e disprezzo della vita, una lotta impari tra l’uomo e l’animale oggi priva di giustificazioni.

La caccia non è uno sport, perché sparare ad un essere innocente è unicamente una forma anacronistica ed ingiustificata di sadismo: l’uomo è l’unico essere vivente che uccide non per fame o per difesa, ma per diletto!

Così come è privo di onestà intellettuale far leva sull’allarme sociale delle conseguenze da sovrappopolazione degli ungulati: chi invoca tale giustificazione ignora (o finge di ignorare ) le reali cause del sovrannumero omettendo di spiegare, ad esempio, che se è pur vero che il numerico dei cinghiali (precisazione: il cinghiale nostrano è in diminuzione, in aumento è la popolazione di scrofe volgarmente dette o ibridi, cioè innesti con suini locali e/o suidi provenienti dall’est Europa) è aumentato a dismisura è dovuto ad una mal gestione delle fattrici per ripopolamento (si spara, si azzera e poi si ripopola.. totalmente illogico! ) che non ha rispettato leggi e regolamenti e ha immesso in natura una quantità spropositata di unità.

Così come si ignora (o si finge di ignorare) quali sono le cause scatenanti delle incursioni che arrecano danni alle coltivazioni: il predatore per eccellenza degli ungulati (cinghiale compreso) è il lupo, animale a cui in passato, allevatori e cacciatori hanno dato una caccia spietata e senza regole, tanto da portarlo sull’orlo dell’estinzione; venendo a diminuire i predatori, le specie predate si riproducano senza controllo, portando ad un aumento esponenziale degli esemplari.

Aggiungiamo a tutto ciò che anni di caccia indiscriminata e senza troppi  controlli hanno portato negli anni alla decimazione di intere specie di fauna sul territorio; venendo a mancare le prede in natura, i predatori dovranno pur nutrirsi in qualche modo, ed ecco che i capi di bestiame vengono attaccati .

Inoltre – giova precisarlo – l’ annuale stillicidio di morti e feriti per incidenti di caccia e l’insufficiente attenzione al problema del bracconaggio e della caccia illegale creano molti più danni di quanto possano crearne degli animali innocenti che scontano una colpa non loro, ma degli animali “umani”:quella di non saper rispettare gli equilibri della natura .
E per che scopo, poi? Unicamente per mancanza di conoscenza, per incapacità di rispetto della vita, e, non ultimo, per profitto.
Sarebbe auspicabile un “progetto” regionale che più che pensare a come valorizzare una criticità si ponesse l’obbiettivo di comprenderne le reali cause per risolverle “a monte”, evitando di incentivare e favorire una pratica incompatibile con un mutato senso etico e civile che appartiene ormai alla maggioranza dei cittadini italiani.

Guido Mammarella, coordinatore Regionale Abruzzo del movimento animalista di Michela Vittoria Brambilla.