TERAMO – Caso Scabbia nella scuola dell’Infanzia Serroni di San Nicolò a Tordino: la Asl di Teramo, in questo caso il Siesp, sta mettendo in campo il protocollo del caso, procedendo alla verifica dei contatti ed alla profilassi che riguarda i contatti del bambino, compresi familiari e parenti con i quali si è in contatto. La scuola aveva già provveduto alla sanificazione della struttura da ieri pomeriggio.
In questo momento, in Italia, si contano diversi casi di Scabbia, sia tra adulti sia tra i bambini ma non ci sono da fare allarmismi in quanto trattasi di un’infezione che si verifica periodicamente. Dalla Asl fanno sapere che va ad ondate, un po’ come per le epidemie dei pidocchi. In Abruzzo ci sono stati dei casi sia a L’Aquila sia in provincia di Teramo, a Pineto ed a Bellante.
La scabbia è un’infestazione della pelle da parte dell’acaro Sarcoptes scabiei var. hominis, capace di insinuarsi nello strato superiore della pelle dove vive e depone le uova. La malattia è diagnosticata in tutto il mondo perché in grado di colpire chiunque, a prescindere da fattori quali sesso, età e classe sociale; si diffonde più rapidamente in condizioni di affollamento, quando sia frequente il contatto ravvicinato con il corpo e la pelle di pazienti infetti (si pensi non sono a situazioni di disagio sociale, ma anche strutture come case di cura, carceri…).
La nota ufficiale della Asl di Teramo – Confermato il caso di scabbia in una scuola dell’infanzia teramana. Il Siesp sta mettendo in campo le misure previste, fra cui la verifica dei contatti stretti e la loro profilassi, mentre la scuola, sentita la Asl, ha già adottato un protocollo informando la comunità con una circolare e procedendo alla sanificazione dei locali. Non è l’unico caso presente nella nostra comunità, al pari di quanto accade nel resto d’Italia. Sono 12 le segnalazioni, di persone adulte e minorenni, arrivate al Siesp da ottobre ad oggi, tenendo presente che alcuni procedono alle cure in modo autonomo e quindi possono non essere censiti.
“Seppure contagiosa – spiega il direttore sanitario Maurizio Brucchi, che insieme al direttore del Siesp Marina Danese sta monitorando la situazione – è una patologia per la quale si dispone oggi di farmaci e medicamenti efficaci. Il “colpevole” è un acaro parassita e la fonte più comune di trasmissione è il contatto diretto e prolungato con una persona già infettata. Ovviamente è più facile che il contatto avvenga in famiglia, negli istituti di lungodegenza, negli asili e nelle caserme. La Asl monitora in maniera costante la situazione adottando tutte le misure previste al fine di contenere il contagio”.