ROMA – “Hanno sostanzialmente bloccato la viabilità su un’arteria stradale importantissima e ora si accorgono di non poter procedere con i lavori perché c’è una conduttura rotta. La situazione è al limite dell’assurdo ma come troppo spesso accade dalle nostre parti, nessuno è pronto ad alzare la mano e ammettere di aver sbagliato”. Così in una nota la senatrice sulmonese Gabriella Di Girolamo.

“Automobilisti e pendolari costretti a code pazzesche, con percorsi alternativi interessati da numerosi cantieri e pertanto alternativi solo sulla carta. È triste da constatare – continua la senatrice – e la cosa sinceramente fa molta rabbia: in Abruzzo si procede per tentativi, non si programma, non si tiene conto di nulla, neanche di un progetto preesistente, stracciato per far posto a quello nuovo che a questo punto ha mostrato tutta la sua inutilità e – duole dirlo – pericolosità, alla luce di quanto si è registrato nelle sole prime ore di ‘cantiere’. Corre l’obbligo, visto quanto accaduto, di chiedere al Commissario di spiegare agli abruzzesi le motivazioni e le valutazioni che lo hanno spinto a dare il via libera a nuove perforazioni costate oltre un milione di euro di soldi pubblici; perché non si è tenuto conto del precedente Progetto di fattibilità tecnico-economica (PFTE), messo a punto dal precedente Commissario che è stato redatto integrando i dati già disponibili sull’acquifero (raccolti negli ultimi 50 anni) con una indagine non invasiva dell’intero sistema idrico del Gran Sasso che è stata poi restituita in un modello digitale (BIM, Building Information Modeling), e si è invece deciso di procedere con nuove trivellazioni? Quali sono gli elementi di cui andava alla ricerca il Commissario per procedere ad una integrazione di un PFTE, lasciato tuttavia nel cassetto? Quali sono gli obiettivi che lo hanno spinto a procedere alla revisione del PFTE esistente?. Dal comunicato stampa del Commissario dello scorso 17 ottobre si legge che sarebbe stata rilevata una rottura della “canala” principale del Sistema idrico. È vero, in realtà le rotture sono diverse – erano già state tutte rilevate, geolocalizzate e parametrizzate nelle attività preliminari alla redazione del precedente progetto, e appunto restituite nel modello BIM (Building Information Modeling)”.

“A questo punto il dubbio che qualcuno non abbia letto le carte e abbia agito con estrema superficialità si sta trasformando in certezza. Intanto si blocca una strada e si fermano camion, pendolari, utenti. Una perdita di tempo, uno spreco di risorse umane ed economiche non indifferente. Ho predisposto un’interrogazione ai Ministri delle Infrastrutture e dell’Ambiente che depositerò la prossima settimana”, conclude Di Girolamo.