PESCARA – C’è del marcio in Danimarca diceva Shakespeare nell’Amleto. E forse non tutto è limpido neanche nei Contratti di Servizio firmati tra le Regioni e Trenitalia.

Recentemente i media si sono interessati al fatto che su alcune linee ferroviarie italiane si viaggia più lentamente di 50 anni fa. E sembravano sinceramente stupiti.

Eppure c’è una logica in questa lentezza dei treni regionali. Una logica dannosa per i cittadini, ma vantaggiosa per le Aziende che gestiscono il trasporto regionale.

Forse non tutti sanno che i Contratti di Servizio stipulati tra Regioni e Aziende di Trasporto non tengono conto, come un tempo, dei chilometri di servizio offerti alla comunità, ma dei costi complessivi sostenuti dall’Azienda di Trasporto per realizzare il servizio; più una percentuale per consentire all’Impresa una certa remunerazione dell’investimento.

Ora se Trenitalia (o altra Azienda ) collega velocemente due località, riduce i costi (meno ore di lavoro del personale di condotta e di scorta) e ridurrà perciò anche i ricavi da Contratto di Servizio. Esponendosi anche generare situazioni dannose per l’Impresa a causa del mancato rispetto dell’orario ( ci sono penali previste dai Contratti, e rimborsi individuali previsti dalle norme in caso di eccessivi ritardi).

Se invece Trenitalia ( e le altre Imprese di Trasporto) impiegano più tempo per collegare due località, aumentano i compensi che la collettività deve pagare a Trenitalia (e altre Imprese) ; inoltre in questo modo si riduce la possibilità di essere sanzionati per il mancato rispetto dell’orario.

Anche attraverso queste ragioni è possibile capire perché il trasporto ferroviario regionale in Italia sia tra i più lenti d’Europa.

Ed è possibile anche spiegare perché il regionale 4207 impiega oggi più tempo a collegare Pescara a Sulmona, di quanto ne impiegava per la stessa relazione l’accelerato A243 nel 1933.

Il regionale 4207 impiega oggi 91′ per collegare Pescara a Sulmona (partenza ore 8,25, arrivo ore 9,56); l’accelerato di terza classe A243 ne impiegava 105 (partenza ore 20,00 arrivo ore 21,45).

Apparentemente l’accelerato di terza classe A 243 del 1933 sembra impiegasse più tempo del regionale attuale. Ma deve essere fatta una importantissima  considerazione : l’accelerato A 243 del 1933 effettuava 15 fermate, mentre il regionale attuale ne effettua solo 8.

Siccome per ogni fermata sono necessari almeno 3 minuti (decelerazione, sosta, partenza), sottraendo il tempo necessario per le 7 fermate in più effettuate dall’accelerato del 1933 ( 7×3=21′), scopriamo che,a parità di fermate (8), l’accelerato di quasi 100 anni fa avrebbe impiegato :105-21= 84 minuti; mentre il regionale 4207 impiega oggi 91′ per collegare Pescara a Sulmona.

Questo significa che nel 1933 un treno accelerato impiegava sette minuti in meno di un odierno regionale per collegare Pescara a Sulmona !

Ma non finisce qui : se si considerano i tempi del collegamento Pescara-Roma, si scoprirà che nel 1970 alcuni treni collegavano queste due città in 3h e 3′. Adesso il collegamento più veloce Pescara-Roma necessità di 3h e 22′.

E si potrebbe continuare……

C’è una logica in questa riduzione della velocità commerciale dei treni regionali, e non è a vantaggio dei cittadini, ma delle imprese che gestiscono il trasporto regionale.

Se invece nei Contratti di Servizio fosse previsto un premio per le Imprese di Trasporto che migliorano i tempi dei collegamenti ferroviari tra le varie località, qualcosa,forse, potrebbe cambiare.

Ma Trenitalia non decide da sola come realizzare i Contratti di Servizio; ci dovrebbero essere le Regioni a tutelare gli interessi dei cittadini. Ci dovrebbero essere, appunto……..

Federconsumatori Abruzzo

osservatorio sulla mobilità