CIVITELLA – Nel corso dei controlli delle aree rurali disposti dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Teramo, con finalità di prevenire e contrastare reati predatori, ma anche di controllare quelle zone in cui la scarsa frequenza dei luoghi può favorire la commissione di illeciti, i militari del Reparto Operativo hanno tratto in arresto L. K. cittadino cinese classe 1994, ritenuto responsabile di coltivazione di
marijuana.
Ad attirare l’attenzione dei Carabinieri l’impianto di condizionamento sempre acceso di un capannone sito in frazione Villa Chierico di Civitella del Tronto dove, a giudicare dall’esterno, non vi era alcuna motivazione per l’installazione dello stesso, posto che non vi erano persone che entravano ed uscivano dalla struttura né un all’allevamento di animali.
L’ipotesi che all’interno del capannone fosse in atto il compimento di attività illecite, è stata avvalorata dal forte odore tipico della marijuana che si diffondeva nell’aria, e che ha indotto i Carabinieri del Nucleo Investigativo a fare irruzione all’interno del fabbricato. All’interno i militari hanno trovato, con sorpresa, il cittadino cinese “a guardia” di 600 piante di marijuana, con un altezza
variabile tra i 130 e i 180 cm.
Un articolato impianto elettrico alimentava un sistema di areazione, di illuminazione e di irrigazione, agevolando la coltivazione della marijuana nelle 4 stanze in cui, i circa 350 mq del fabbricato, erano stati suddivisi in 4 stanze.
Addetto alla vigilanza del sito ed al controllo sul corretto funzionamento degli impianti allestiti, il cittadino cinese che, privo di documenti di identità, è risultato clandestino sul territorio nazionale e domiciliato proprio all’interno del capannone,in precedenza non era mai accaduto di sorprendere persone del continente asiatico dedite alla coltivazione di stupefacenti.
Nel corso della perquisizione sono stati trovati 600 grammi di stupefacente già essiccato, 8 contenitori di plastica dove erano state messe a coltura circa 1000 germogli di marijuana, numerosi sacchi di terriccio, taniche di fertilizzante e vasi dove coltivare le piante.
Da una stima approssimativa si ritiene che la piantagione avrebbe consentito la produzione di circa un quintale di stupefacente per un valore commerciale di vendita al dettaglio sino a circa 500.000 di euro. Sono in corso indagini volte ad accertare per conto di chi il ventiquattrenne cinese svolgesse quelle mansioni e se fosse solo lui o avesse la collaborazione di qualcun’alto per l’espletamento delle
attività di coltivazione della marijuana.
Su disposizione del Sostituto Procuratore della Repubblica di turno Dr. Stefano Giovagnoni, che avvisato di quanto accertato ha assunto la direzione delle indagini, L.K.è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Teramo.