ROMA – L’Abruzzo invecchia più dell’Italia. Nei prossimi anni la domanda di sanità è destinata ad aumentare. In particolare in un paese come l’Italia, già oggi primo in Europa per età mediana della popolazione, con 48 anni. In Abruzzo questo valore sale a 48,8 anni, al di sopra della media nazionale e dei paesi Ue (44,4 anni). Il progressivo invecchiamento della popolazione, con il conseguente aumento dell’incidenza delle malattie croniche, avrà un impatto importante sulla tenuta del sistema sanitario. Nei prossimi anni la popolazione abruzzese, già mediamente più anziana di quella italiana, vedrà aumentare ulteriormente la quota di residenti di almeno 65 anni. Questi potrebbero passare da essere circa un quarto del totale (24,7% nel 2021, a fronte del 23,5% nazionale) al 37,9% nel 2050 [grafico delle proiezioni al 2050]. Una sfida che non riguarda solo la quantità di risorse da destinare al comparto salute, ma l’intero assetto del sistema nei prossimi decenni. E che comporta la necessità di digitalizzare i servizi e sviluppare la telemedicina. Ma anche costruire presidi fisici diffusi sul territorio, che siano punti di accesso al sistema sanitario per la popolazione. Azioni imprescindibili per raggiungere territori spesso isolati, come quelli dell’Abruzzo interno, dove già oggi abita la popolazione più anziana e quindi potenzialmente più bisognosa di assistenza sanitaria. Il Pnrr investe su questo fronte in totale quasi 16 miliardi di euro con la missione salute, di cui 7 specifici per la sanità territoriale. Approfondiamo, attraverso i dati presenti contratti stipulati dal ministero della salute con l’Abruzzo, cosa si prevede per la regione da qui al 2026.
Il Pnrr è stato concepito nel pieno dell’emergenza Covid, la più grande crisi sanitaria degli ultimi decenni. Non deve quindi stupire se una parte delle risorse del Pnrr saranno focalizzate per rafforzare la sanità, in particolare quella territoriale. Parliamo di 15,63 miliardi di euro divisi in due componenti. La prima, da 7 miliardi di euro, si concentra sul rafforzamento dell’assistenza sanitaria territoriale. In particolare sulle reti di prossimità, la telemedicina e la cura domiciliare. La seconda, 8,63 miliardi, prevede progetti di digitalizzazione e innovazione del sistema sanitario, insieme ad investimenti sulla ricerca. Una riforma approvata lo scorso anno ha stabilito una nuova articolazione delle strutture sanitarie sul territorio. L’architrave del nuovo sistema sono le case della comunità, presidi fisici ai quali i cittadini possono accedere per i bisogni di assistenza sanitaria. In questi luoghi, facilmente accessibili sul territorio, il paziente potrà trovare servizi come gli ambulatori di medici di famiglia e pediatri di libera scelta. Ma l’obiettivo è soprattutto costruire un’unica sede fisica dove il cittadino possa essere assistito da un’equipe multidisciplinare, in grado di prenderlo in carico nei diversi bisogni. Si distinguono tra hub – quelle principali che erogano servizi di assistenza primaria, attività specialistiche e di diagnostica di base – e spoke, che offrono unicamente servizi di assistenza primaria. Alla realizzazione di tali strutture il Pnrr destina 2 miliardi di euro, di cui 87,3 milioni destinati all’Abruzzo per centrali operative, case e ospitali di comunità. Di questi, 58,9 milioni sono stati inseriti nel contratto istituzionale di sviluppo previsto per l’Abruzzo. Altro tassello fondamentale della nuova sanità territoriale è l’istituzione degli ospedali di comunità. Parliamo di piccole strutture (20 posti letto ogni 100mila abitanti) per consentire un’accoglienza intermedia tra il ricovero a casa e quello in ospedale. Il Pnrr stanzia 1 miliardo di euro, di cui 26,2 milioni destinati all’Abruzzo. I restanti 4 miliardi sono rivolti all’investimento sulla telemedicina, in modo da rendere la casa del paziente un vero e proprio luogo di cura, e alla creazione delle centrali operative territoriali (Cot). Strutture che devono svolgere una funzione di raccordo tra i servizi sanitari e i professionisti presenti sul territorio. Sono 280 milioni di euro le risorse destinate dal Pnrr per la creazione di almeno 600 Cot, di cui 13 in Abruzzo per 2,2 milioni. Di fianco a questo investimento sulle strutture fisiche, del valore complessivo appunto di 87,3 milioni di euro, sono previsti altri 1,26 milioni per dispositivi e circa 900mila euro per l’interconnessione aziendale, sempre nell’ambito della realizzazione delle centrali operative. Saranno però soprattutto case e ospedali di comunità – in quanto presidi fisicamente accessibili al cittadino – a disegnare l’assetto della sanità territoriale da qui ai prossimi anni.
Le case della comunità rappresentano il vero e proprio fulcro del nuovo sistema, in quanto luoghi fisici di facile individuazione ai quali i cittadini possono accedere per i bisogni di assistenza sanitaria. In Abruzzo – in base al contratto di sviluppo sottoscritto dal ministero con la regione – arriveranno 58,9 milioni di euro per realizzarle, sui 2 miliardi destinati dal Pnrr. Ne sono previste 40, di cui 14 hub – quelle principali che erogano anche attività specialistiche e di diagnostica – e 26 spoke (65% del totale), che garantiscono solo l’assistenza primaria [mappa dei comuni coinvolti]. Sono 6 i comuni in cui – sulla base del contratto stipulato tra regione e ministero – dovrebbero arrivare risorse per oltre 3 milioni di euro per finanziare gli interventi previsti. Si tratta di Roseto degli Abruzzi, in provincia di Teramo, con una casa della comunità hub di nuova costruzione. Un intervento riguardante una superficie di 1360 mq per un finanziamento da circa 3,8 milioni di euro. Seguono Sulmona (L’Aquila), con 3,5 milioni di euro per l’abbattimento e la ricostruzione di una casa della comunità hub, Pescara (3,4 milioni) e Montesilvano (3,4 milioni), entrambe con un intervento ciascuno. Chieti è il quinto comune con più risorse complessive previste per le case della comunità, però ripartite su due progetti. Uno per una struttura di tipo hub, in via Valignani (2,4 milioni di euro), l’altro per una casa spoke per 810mila euro. Sopra i 3 milioni complessivi anche Teramo, dove è prevista la realizzazione di una casa hub del valore di 3,1 milioni di euro.
Sono invece 11 gli ospedali di comunità previsti nella regione, sugli oltre 400 previsti per l’intero paese. Come già visto a queste piccole strutture, intermedie tra il ricovero a casa e quello in ospedale, il Pnrr destina 1 miliardo di euro. Mentre ammontano a poco meno di 26,2 milioni le risorse previste per la regione. In 8 casi si tratterà di interventi di ristrutturazione, mentre per 3 progetti è prevista una nuova costruzione o l’ampliamento di una struttura esistente [mappa dei comuni coinvolti]. L’intervento più corposo previsto dal contratto di sviluppo della regione è quello di Teramo. Oltre 4 milioni di euro per una superficie di intervento di 1.140 metri quadri. Cifra comparabile per l’ospedale di comunità da realizzare a Chieti (3,9 milioni di euro). Seguono, con oltre 2 milioni di euro ciascuno, gli interventi previsti per ospedali di comunità a Pescina (poco meno di 2,5 milioni), L’Aquila (poco meno di 2,5 milioni), Tagliacozzo (2,2 milioni), San Valentino in Abruzzo Citeriore (2,2 milioni), Atessa (2 milioni). Poco distante Montesilvano (1,97 milioni di euro), cui seguono Atri (1,7 milioni), San Salvo (1,58) e Città Sant’Angelo (1,53).