Per le successive fasi anti Covid-19 serve un piano dei tempi e degli orari per la città.
Come sarà la nostra vita nelle fasi successive dell’emergenza da Covid-19?
E quali le soluzioni per evitare il propagarsi del virus?
Se tutti sono concordi sul fatto che il distanziamento sociale sarà necessario per ancora molti mesi, se non anni, le soluzioni spesso non sono univoche.
Ma esiste una norma, risalente addirittura al 2000, che fornisce una soluzione che, coordinata con altre, potrebbe aiutare.
Parliamo della Legge 8 marzo 2000, n. 53 che, al Capo VII -TEMPI DELLE CITTÀ – che prevede:
l’emanazione, da parte delle Regioni, di norme per il coordinamento da parte dei comuni degli orari degli esercizi commerciali, dei servizi pubblici e degli uffici periferici delle amministrazioni pubbliche, nonché per la promozione dell’uso del tempo per fini di solidarietà sociale.
indirizzi espressi dal consiglio comunale e nell’ambito dei criteri eventualmente indicati dalla regione, gli orari degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e dei servizi pubblici, nonché, d’intesa con i responsabili territorialmente competenti delle amministrazioni interessate, gli orari di apertura al pubblico degli uffici localizzati nel territorio, al fine di armonizzare l’espletamento dei servizi con le esigenze complessive e generali degli utenti”.
Lo strumento a disposizione delle amministrazioni è il piano territoriale degli orari che, a livello comunale o sovracomunale, realizza il coordinamento e l’amministrazione dei tempi e degli orari, indicando le modalità di raccordo con gli strumenti generali e settoriali di programmazione e pianificazione del territorio di riferimento attuandosi in politiche e progetti.
In particolare i comuni, nella predisposizione e attuazione del piano, si attengono ai seguenti criteri generali:
– la mobilità sostenibile di persone e merci finalizzata al miglioramento della viabilità e della qualità ambientale, anche attraverso l’utilizzo di forme di mobilità alternative all’uso dell’auto privata;
– l’accessibilità e la fruibilità temporale dei servizi pubblici e privati e delle scuole, promuovendo il coordinamento tra orari e localizzazione dei servizi e favorendo la pluralità di offerta agevolando l’accesso all’informazione con particolare riguardo alle aree a rischio di spopolamento;
-la riqualificazione degli spazi urbani per migliorare i circuiti di socialità e promuovere percorsi di mobilità attenti alle pratiche di vita quotidiana delle diverse fasce di età, nonché dei portatori di handicap anche attraverso l’utilizzo della progettazione partecipata quale buona prassi per il recupero di aree periferiche e degradate;
– il coordinamento degli orari dei servizi sul territorio con il sistema degli orari di lavoro dentro le imprese e gli enti;