Di seguito l’intervento dell’architetto Raffaele Raiola:
Per dirla alla Renzo Piano “C’è bisogno di una gigantesca opera di rammendo e ci vogliono delle idee…”, “perché sono proprio le periferie la città del futuro, quella dove si concentra l’energia umana e quella che lasceremo in eredità ai nostri figli.”
“Le periferie sono la grande scommessa urbana dei prossimi decenni. Diventeranno o no pezzi di città? Diventeranno o no urbane, nel senso anche civili?”
Bene questa era la scommessa del comitato di Quartiere Cona quando iniziò la battaglia per il trasferimento della cabina di trasformazione dell’alta tensione e per attuare le previsioni del Piano Regolatore.
Il laboratorio territoriale “L’Architetto condotto”,che ha collaborato con il Comitato di Quartiere,condivise le ragioni della battaglia dei cittadini della Cona, pur sapendo che l’Enel e per essa Terna spa non avessero nessun obbligo di legge per trasferire ad un chilometro lontano dal centro urbano la cabina di trasformazione, o quantomeno di realizzare una cabina di trasformazione protetta, più moderna ed eliminare il sistema delle linee di trasmissione aeree con la rimozione dei tralicci e l’interramento dei cavi di trasmissione, in maniera tale da ridurre notevolmente gli effetti dei campi elettrici e magnetici che di norma sono generati proprio dagli elettrodotti e dalle cabine di trasformazione.
Occorreva dunque un finanziamento pubblico per riscattare questo quartiere da una politica urbanistica miope e scellerata proprio degli anni ’60-‘70, che dava sfogo alle mire dei privati nel consentire l’espansione della città a macchia d’olio senza alcun rispetto dei vincoli presenti sul territorio.
Infatti da una prima lettura degli atti, appariva chiaro che il Consiglio comunale avesse cercato,nell’approvare la variante al Piano regolatore generale, di rimettere a posto i tasselli della programmazione urbanistica, indicando tutta quell’area della cabina di trasformazione in zona “G” Servizi pubblici di Quartiere – sottozona “G4” verde attrezzato, sulla quale occorreva imporre un vincolo preordinato espropriativo perché si potesse realizzare una piazza ed un sistema di verde attrezzato per fornire un luogo di socializzazione in quella parte di città e dare una prospettiva alle future generazione più dignitosa e perché diventasse come sostiene l’arch. Renzo Piano “una realtà urbana, nel senso anche civile”.
In quest’ ottica “L’Architetto condotto” fornì un’idea progettuale per dimostrare come potesse trasformarsi il quartiere con l’eliminazione di quei tralicci, dei cavi aerei e dei trasformatori e la conseguente rimozione della recinzione attraverso una trasformazione in spazi pubblici aperti ed una riorganizzazione degli stessi attraverso salette di incontri, spazi verdi, piste ciclopedonali, uno spazio urbano che diventasse cerniera tra questo pezzo di città e il quartieretutto, ivi compreso le attrezzature scolastiche, il Parco archeologico della Cona, il Parco fluviale del Tordino fino ad arrivare alla “Ramiera” di “Villa Tordinia”, storica struttura che occorrerebbe recuperare e valorizzare come “Centro museale dell’artigianato del ferro e del rame”.
Dopo il convegno organizzato dal Comitato di Quartiere “Cona” gli Ordini professionali degli ingegneri e degli Architetti di Teramo lanciarono la proposta di un concorso di idee.
“L’Architetto condotto” ritiene che a partire da oggi ci siano tutte le condizioni e tutto il tempo per avviare una esperienza di questo tipo che arricchirebbe certamente il processo partecipativo con idee più chiare e condivise sul destino del Quartiere Cona.
Il Concorso di idee certamente consente ai cittadini di scegliere la soluzione che più rispondaalle aspettative e che meglio dia le risposte che la popolazione tutta si attende in ordine alla riqualificazione del quartiere il quale ha più volte affermato la volontà di volersi candidare a diventare “Centro cittadino” e non proprio unpezzo di città.
Teramo 19 aprile
Il direttore del laboratorio territoriale
“L’Architetto condotto”
Arch. Raffaele Raiola