PESCARA – “Tasse al massimo, sanità al minimo: questo è il drammatico paradosso che vivono oggi gli abruzzesi”. Così Giulio Sottanelli, deputato di Azione e Capogruppo in Commissione Finanze alla Camera, e il capogruppo in Consiglio regionale Enio Pavone intervengono sulla proposta della Giunta Marsilio di portare l’addizionale IRPEF regionale fino al 3,33% per i redditi medio-alti, al fine di coprire un disavanzo sanitario stimato in 67 milioni di euro.
“Comprendiamo la necessità di evitare il commissariamento e la gravità di una situazione che, oltre a essere un dramma regionale, è una vera emergenza nazionale – dichiarano – ma auspichiamo che si trovino altre soluzioni per coprire il buco finanziario. Se così non fosse, diciamo con chiarezza che, per rispetto dei contribuenti, prima di chiedere loro ancora più soldi, il Presidente Marsilio e la Giunta regionale dovrebbero presentare agli abruzzesi un piano industriale che fissi gli obiettivi e gli standard di qualità, e tracci tutti i processi di riforme, ristrutturazione e razionalizzazione della sanità. Altrimenti quelli richiesti ai cittadini sarebbero ulteriori fondi buttati in un pozzo senza fine.”
“Il disavanzo della sanità abruzzese – spiegano i due – si è accumulato nel tempo a causa di spesa fuori controllo, riforme incompiute e assenza di programmazione. Commissariata dal 2007 al 2016, la sanità regionale non ha mai recuperato efficienza, mentre l’aliquota IRPEF è passata dall’1,4% all’1,73% senza essere mai ridotta. Nonostante un prelievo fiscale già elevato i servizi sono progressivamente peggiorati. Ora si tenta di fare nuovamente cassa sulle famiglie e sui lavoratori, senza alcuna garanzia di miglioramento dell’assistenza. Chi guadagna 40-50 mila euro annui pagherebbe tra i 300 e i 500 euro in più all’anno, chi ha un reddito di 100 mila euro supererebbe i 1.100 euro, ma continuerebbe a scontrarsi con ospedali in difficoltà, carenza di personale, liste d’attesa infinite. Addirittura, anche gli oltre 60mila abruzzesi che, secondo l’ultimo report, non hanno neanche un medico di famiglia dovrebbero pagare questo aumento. È un provvedimento che non risolve i problemi, ma li rinvia.”
“Tra questi problemi c’è il ritardo nell’individuazione dei luoghi in cui costruire i due DEA abruzzesi di II livello ha contribuito ad una crescita costante della mobilità passiva della nostra Regione che ha toccato, nel 2022, gli oltre 100 milioni di euro sul bilancio della sanità regionale. Già solamente effettuare questa scelta, diminuendo la necessità per gli abruzzesi di curarsi fuori Regione, potrebbe evitare l’aumento della tassazione. Al Presidente Marsilio e alla Giunta regionale chiediamo basta alla politica del galleggiamento che avviene a tutti i livelli amministrativi del nostro Stato.”
“Inoltre – concludono Sottanelli e Pavone – è importante sottolineare che l’aumento dell’addizionale IRPEF rischierebbe di avere effetti negativi sull’intero tessuto economico abruzzese. Un maggiore carico fiscale riduce la competitività delle imprese locali, che devono affrontare costi più elevati rispetto a quelle di altre regioni. Allo stesso tempo, l’Abruzzo perderebbe attrattività per professionisti, imprenditori e famiglie che valutano di trasferirsi, ma si trovano davanti un territorio con pressione fiscale crescente e servizi sanitari insufficienti. Questo andrebbe a peggiorare ancora di più la situazione dello spopolamento nelle aree interne. Una combinazione che frena investimenti, sviluppo e occupazione, aggravando ulteriormente la condizione economica della regione.”
