TERAMO – Intervento del Sindaco Gianguido D’Alberto sulla situazione critica del Tribunale di Teramo, che nei giorni scorsi ha visto la mobilitazione degli avvocati teramani che si sono astenuti dalle udienze e dalle attività giudiziarie, a causa dei disservizi e, soprattutto, della carenza di personale, della sede giudiziaria cittadina. Di seguito la nota integrale del primo cittadino di Teramo, che richiama a “un’azione istituzionale forte e trasversale, chiamando a raccolta tutti i livelli istituzionali del territorio. E’ il momento dell’autorevolezza e della rappresentatività”.
“Giovedì, in rappresentanza dell’amministrazione comunale, ho partecipato all’assemblea convocata dall’Ordine degli avvocati nella sala polifunzionale della Provincia, in occasione della giornata di astensione dalle udienze indetta dallo stesso Ordine, per affrontare la questione della cronica carenza di organico del Tribunale di Teramo. Una questione sulla quale, come rappresentante istituzionale di questa comunità, già in passato ho invitato alla mobilitazione istituzionale e chiesto risposte alle legittime preoccupazioni espresse dagli avvocati, e che sarà al centro di un evento che si terrà l’11 aprile alla presenza del sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto. Un appuntamento al quale ritengo si debba arrivare con un documento condiviso tra tutti i sindaci della provincia, che è mia intenzione promuovere, a tutela e sostegno della comunità giudiziaria teramana.
La solidarietà, infatti, non basta più. Come chiesto e rappresentato dagli avvocati è giunto il tempo dell’azione, anche clamorosa. E’ assolutamente necessario che le questioni e le tematiche dell’amministrazione della giustizia del nostro Tribunale si allarghino a una discussione che abbia una dimensione non solo locale ma almeno provinciale, nella consapevolezza che non si tratta della battaglia di una sola categoria ma a tutela di diritti fondamentali, come il diritto alla difesa e alla giustizia.
La battaglia a difesa della comunità giudiziaria teramana non può essere confinato solo a Teramo città, ma deve coinvolgere tutti i sindaci e i rappresentanti parlamentari del territorio. Si tratta di una battaglia di diritti molto alta, significativa, legata non solo agli obiettivi del Pnrr e alla riforma della giustizia ma soprattutto alla tutela dei diritti dei cittadini e delle imprese in un momento in cui la ripresa e il rilancio dei nostri territori passano anche e soprattutto attraverso una giustizia rapida, una giustizia giusta. Per questo è fondamentale la sinergia tra tutte le componenti dell’amministrazione della giustizia, sinergia che deve allargarsi a tutti i livelli istituzionali e a tutte le forze sociali del territorio, che però devono riscoprire autorevolezza e rappresentatività.
E’ sotto gli occhi di tutti che il nostro territorio sta pagando una carenza ai livelli istituzionali alti, dove risiede il momento della decisione. Perché c’è il luogo delle iniziative, c’è la sede istituzionale della protesta, della battaglia e il luogo della decisione. Oggi nei luoghi, nei momenti, negli spazi dove si decide e si deve decidere a tutela del territorio noi registriamo una grave carenza di autorevolezza e rappresentatività. E la prospettiva, che non è slegata alle vicende del Tribunale, è tutt’altro che rosea, perché se devo dare una lettura politica della situazione che ci accompagnerà alle prossime elezioni politiche lo smembramento del collegio di Teramo non faciliterà le battaglie che stiamo portando avanti sul territorio ma le indebolirà.
Per questo ritengo che questa battaglia debba unirci tutti: dai sindaci, ai consiglieri regionali, ai parlamentari teramani, nella consapevolezza anche del tema della specificità delle questioni legate al Tribunale di Teramo rispetto ad altre problematiche del sistema della giustizia sul territorio provinciale e regionale. Questioni che vanno infatti affrontate avendo a riferimento i tribunali della altre città capoluogo di provincia e non alle problematiche dei tribunali minori. Purtroppo si è innescato un meccanismo nel dibattito politico che ci sta facendo scivolare su un livello che non ci appartiene. Un dibattito nel quale sto notando una sorta di destino comune, poco roseo, del Tribunale e della facoltà di Giurisprudenza dell’università di Teramo. Una ragione in più che deve spingerci a fare squadra, trasversalmente e territorialmente, a tutela di tutta la comunità teramana. Lavoriamo tutti insieme per l’iniziativa dell’11, il Comune di Teramo c’è e farà la sua parte, condividendo l’idea che se non arriveranno risposte si dovrà procedere a uno stato di agitazione permanente. Io, come sindaco della città capoluogo, promuoverò un documento comune di tutti i sindaci della provincia da portare sul tavolo della discussione, cercando di fare la massima pressione su tutti coloro che ci devono rappresentare e che devo farlo molto meglio di come hanno fatto finora. Perché è evidente che non si può più andare avanti con soluzioni tampone.
Come amministrazione comunale, per dare una prima risposta alla carenza di organico del tribunale, abbiamo attivato un Puc, un piano per l’impiego di percettori del reddito di cittadinanza, proprio con il palazzo di Giustizia. Ma come ho già sottolineato in più occasioni non può certo essere questa la soluzione. E’ giunto il momento di affrontare in un quadro organico le questioni sollevate dagli avvocati e che il Comune di Teramo ha fatto proprie. E in questa battaglia noi saremo sempre in prima linea. – Gianguido D’Alberto”