Bastardi. Ma bastardi veri. Quelli che sarebbe da prenderli a bastonate un giorno si e l’altro pure, tra Bellante e Teramo, disseminano  gli spazi verdi di bocconi avvelenati. Forse perché impotenti, certamente minorati, deprivati di ogni tipo di affetto, rischiano così non solo di uccidere degli animali ma anche dei bambini.

L’allarme si è diffuso ieri pomeriggio sui social network, causando immediatamente un’indignazione generale, soprattutto da parte degli amanti degli animali ma non solo, anche di ogni persona sana di mente.

Una serie di bocconi avvelenati sono stati ritrovati a Bellante, San Nicolò e Teramo, soprattutto negli spazi verdi. Ma anche all’interno di giardini privati, causando gravi malori e in qualche caso anche la morte di alcuni cani. Esche avvelenate, a cui gli animali si avvicinano senza comprenderne la pericolosità. Bocconi lasciati da sconosciuti, con il chiaro obiettivo di far del male ai quattro zampe, e di conseguenza ai loro proprietari. Un atto decisamente odioso, oltre che criminale, e passibile di condanna civile e penale. Secondo la legge, Art. 544-ter cod. pen.,  chiunque, per crudeltà, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni. Dunque, chi avvelena un cane rischia il carcere sino a due anni.

Purtroppo questi assassini usano sostanze di libera vendita e le esche, nelle molteplici forme in cui si presentano, sono molto spesso letali per gli animali che le ingeriscono. I bocconi avvelenati si presentano in molteplici aspetti, sicuramente i più succulenti per i cani sono indubbiamente le polpette arricchite spesso con dei formaggi. E’ bene sapere che la gravità dell’avvelenamento dipende da quattro fattori principali ovvero: la mole dell’animale, la dose di veleno ingerito, il tempo trascorso dall’assunzione e il tempo e le modalità di ingestione ( inalazione o ingestione vera e propria). Tra i veleni più comuni usati e facilmente reperibili (della classe degli insetticidi, pesticidi e neutrotopi). Questi tipi di valeni agiscono molto rapidamente con sintomi immediatamente visibili sull’animale quali: scialorrea (intensa salivazione)e forti spasmi muscolari. Se l’animale presenta questi sintomi è necessario indurlo al vomito. Il metodo più comune è fare ingerire acqua e sale. Nel mondo della caccia è prassi nota dare al cane dell’olio o del latte ma bisogna fare molta attenzione poichè alcuni veleni vengono veicolati da questi alimenti rendendo l’assorbimento della sostanza nociva ancor più rapido. In casi di avvelenamento da pesticidi l’antidoto è iniettare Atropina, farmaco salvavita facilmente reperibile in farmacia.

Leo Nodari