ROSETO DEGLI ABRUZZI – L’amministrazione comunale di Roseto, su impulso dell’assessore e vicesindaco Simone Tacchetti, sta lavorando al nuovo regolamento di polizia mortuaria che si rende necessario per adeguare il Comune alle nuove disposizioni regionali entrate in vigore nel 2012 e mai recepito dall’ente visto che l’attuale regolamento di polizia mortuaria risale addirittura al 1976. Il nuovo regolamento dunque non solo disciplina la materia dopo oltre 40 anni adeguandola alle più recenti disposizioni, ma introduce anche novità significative rispetto al passato. Tra queste c’è ad esempio l’istituzione del registro delle cremazioni, consegna e dispersione delle ceneri. “Si tratta ovviamente di una risposta a una volontà crescente in tal senso – spiega l’assessore alla polizia mortuaria Tacchetti – e che andava disciplinata”. In passato infatti la persona che esprimeva la volontà di essere cremata, lo faceva presentando un’autodichiarazione su cui veniva apposto un timbro del Comune e conservata in busta chiusa dall’intestatario.
Con il nuovo regolameto invece sarà il Comune a detenere un vero e proprio registro tenuto dal’Ufficio di Stato civile dove verrà annotata la manifestazione di volontà alla cremazione espressa per iscritto dai cittadini residenti nel Comune. La manifestazione potrà recare contestualmente la volontà alla dispersione o all’affidamento dell’urna cineraria.
Anche sulla dispersione il nuovo regolamento detta dei criteri precisi. Il regolamento autorizza la dispersione esclusivamente in mare nel tratto prospiciente al porticciolo turistico di Roseto dal momento che non abbiamo dei campi che possono essere destinati alla dispersione delle ceneri. La bozza del regolamento , che dovrà adesso approdare in maggioranza, disciplina anche le regole per autorizzare la nascita di nuove case funerarie, ovvero quelle strutture gestite da privati deputate all’osservazione, al trattamento conservativo delle salme e alla loro custodia. Il regolamento prevede che debbano osservare una distanza dalle strutture sanitarie pubbliche o private e che queste possano essere autorizzate dal Comune entro 90 giorni dalla domanda previo parere favorevole della Asl.
“E’ chiaro che questa è solo una bozza – conclude Tacchetti – ma gli indirizzi dell’amministrazione sono ben chiari. Inoltre con questo passaggio diamo una risposta sia alle sensibilità dei cari congiunti alla luce delle crescenti manifestazioni di volontà verso la cremazione, ma anche alla necessità di adeguare l’ente alle prescrizioni della Regione, come peraltro ci viene sollecitato anche dalle associazioni di categoria in ambito funebre che attendono da anni una regolamentazione aggiornata della materia”.