Agenore Maurizi è sul banco degli imputati, perché il Teramo, soprattutto dopo il mercato di Gennaio, è quasi una sua creatura, seppur materializzatosi in corsa. Ottimo Infantino, discreto Celli, non male Polak e Sparacello, rivedibili Armeno e Giorgi (quest’ultima una scelta forse non sua, ma che dovrebbe aver avallato), in attesa di saperne di più da Spinozzi (che male non è andato nelle poche possibilità che ha avuto per dimostrare il proprio, effettivo valore).
Cosa non va e non è mai andato? Il fatto che non si sia “trovata la quadra”, a 7 giornate dalla fine, con 4 trasferte all’orizzonte tutte difficili: se si insiste nell’aggredire l’avversario nella loro mediana, devi avere due stantuffi veri a centrocampo (che non hai) e, soprattutto, una difesa rapida, forse rapidissima (che tale non è mai stata). Non è casuale che gli avversari, soprattutto quelli alla portata o di seconda fascia, la buttino lunga arrivando quasi sempre primi sul pallone e andando spesso in gol. Innumerevoli gli episodi: inutile elencarli.
Bisogna variare questa scelta tattica, renderla meno “nobile”, più concreta e confacente alle caratteristiche della rosa che si ha a disposizione: qui c’entra tanto, quasi tutto, il tecnico, ma non soltanto lui, perché in un team si lavora di gruppo e nel gruppo rientra anche e di certo il D.S. Sandro Federico. Non conosciamo il suo pensiero nel merito, ma riteniamo che qualche domanda al “suo” tecnico debba porla anche (e soprattutto) lui. Ad esempio, in vista dello spartiacque Giana–Renate, non diventa quasi indispensabile provare ad applicare soluzioni diverse sul terreno di gioco? Non parliamo di uomini da mandare in campo, ma di indicazioni tattiche alternative a quelle che stanno penalizzando la classifica di una squadra che, a detta dei più, potrebbe e dovrebbe avere non 34 punti, ma almeno 3 o 4 in più. Quello che nella storia è stato il punto di forza biancorosso, il fattore campo, oggi non è soltanto un autentico tabù, ma un facile terreno di conquista… Insomma, se al Bonolis vince il Pordenone, ci sta, ma se a vincere sono anche la Fermana e la Vecomp Verona, per restare al recentissimo passato, allora bisogna intervenire. Ci rivolgiamo allo staff tecnico: abbiate l’umiltà di provare a variare il modo di giocare, dando un esempio ulteriore di grande apertura verso la stragrande maggioranza che, oggi, non può essere soddisfatta.
Per chiudere, altre tre annotazioni: la prima riguarda l’atteggiamento sbagliato di chi non accetta fischi ed improperi quando perde (va multato e rimesso in riga) e la seconda pone l’accento sulla “testardaggine” del mister, che rientra in campo con lo stesso undici con il quale ha rimediato due goals ed una figuraccia… Insomma, bisogna darsi una scossa: non sempre si vince come a Bergamo.