TERAMO – “Dispiace che il Partito Democratico si senta piccato, ma evidentemente ho toccato un nervo scoperto, quello della doppia morale: dove il PD governa va tutto bene, dove invece è all’opposizione va tutto male. Purtroppo questa distinzione manichea non solo non è reale, ma è vero l’esatto contrario”. Così, in una  nota, la Consigliera comunale di Teramo Maria Cristina Marroni che entra nel merito della questione:

“1) Il PD di Teramo sostiene che ‘gli eventi sismici di L’Aquila sono del 2009, quelli di Teramo del 2016/2017’. Sembra un’affermazione oggettiva, ma non lo è: a L’Aquila è stata rasa al suolo la città, mentre a Teramo il terremoto ha provocato danni agli immobili che al confronto sono enormemente minori.

2) Il PD di Teramo sostiene che ‘a L’Aquila si è ritenuto per lo più di spostare le Scuole fuori dal centro, a Teramo l’Amministrazione comunale ha deciso di ricostruire le Scuole in centro, lì dove erano’. Sembrerebbero decisioni politiche discrezionali, ma non è così: a L’Aquila con la città distrutta si è stati costretti emergenzialmente a costruire edifici sostitutivi laddove fisicamente possibile, mentre a Teramo solo 2 scuole su 33 di proprietà comunale sono state evacuate, per cui non vi era necessità di una massiccia dislocazione, bensì soltanto di svolgere sollecitamente gli appalti per la riqualificazione delle scuole.

3) Il PD di Teramo sostiene che vi siano ‘distanze temporali importanti nella normativa di riferimento, come è normale che sia, per gli interventi sulle Scuole delle due Città’ e, a tale proposito, richiama ‘le Ordinanze speciali dell’allora Commissario Legnini’, che è uno dei maggiori esponenti nazionali del PD, entrambe emanate nel 2021. Pertanto, il PD sostiene che l’Amministrazione comunale di Teramo non sia colpevole di ritardi.

Anche a questo proposito, dispiace che manchi l’onestà intellettuale per dire la verità, la quale si apprende proprio dalla lettura delle Ordinanze di Legnini, laddove è esplicitamente indicato che i lavori di riqualificazione degli edifici del Comune di Teramo avrebbero dovuto concludersi entro il mese di maggio 2023, cioè a dire ben due anni or sono”.

“Infatti, l’Ordinanza speciale n. 6 del 06.05.2021 (denominata ‘Interventi di ricostruzione delle scuole e del Municipio del Comune di Teramo’) prevede poteri eccezionali in capo al soggetto attuatore – individuato nel Comune di Teramo – finalizzati alla ‘riduzione dei tempi previsti per il completamento delle opere ed il ripristino della loro funzionalità per la città’ – incalza la Consigliera – con riferimento a sette immobili pubblici strategici che sono la sede storica del Municipio in Piazza Orsini e le sei scuole seguenti, per le quali è stato fissato nella medesima Ordinanza speciale un dettagliato cronoprogramma come sotto riprodotto:

Domando: il PD le ha lette le Ordinanze del Commissario Legnini, oppure ne chiede la beatificazione senza però eseguirne gli ordini? Perché è poco serio vendere fumo e non attenersi a quanto prescritto – incalza la Consigliera –. Appare dunque di palmare evidenza che il Comune di Teramo sia totalmente inadempiente rispetto agli obblighi normativi come sopra sanciti, in base ai quali la restituzione alla città della funzionalità dei sette immobili citati sarebbe dovuta avvenire entro un massimo di due anni a far data dal maggio 2021. Ho ripetutamente stigmatizzato l’immobilismo coltivato dall’Amministrazione comunale in carica e ho anche chiesto l’attivazione dei poteri sostitutivi da parte della Struttura commissariale, perché l’intera comunità teramana è stata tratta consapevolmente e metodicamente in inganno riguardo alle opere che da due anni avrebbero dovuto essere concluse, restituendo dignità alla città Capoluogo”.

“Peraltro, e incidentalmente, ricordo a tutti che solo per i sette citati edifici pubblici sono stati stanziati ben 32 milioni di euro già dall’anno 2017 – precisa Marroni – cioè a dire già da un anno prima dell’insediamento dell’attuale Amministrazione (che fu eletta la prima volta nel 2018).

4) Il PD di Teramo sostiene di ‘condividere da sempre l’impostazione dell’Amministrazione D’Alberto di mantenere le strutture scolastiche comunali in centro’. Non mi sembra che ciò sia stato fatto: infatti gli studenti sfollati dalla San Giuseppe e dalla Savini sono stati collocati dal 2018 nel quartiere della Stazione ferroviaria, cioè fuori dal centro. Se chi governa la città avesse rispettato il cronoprogramma di Legnini, già da due anni scolastici i predetti studenti sarebbero tornati in centro storico, cosa che evidentemente non solo non è avvenuta, ma chissà quanti anni ancora ci vorranno prima che possano tornare nelle sedi naturali (le due scuole verranno riaperte certamente dopo il termine dell’attuale consiliatura, che scadrà nella primavera del 2028).

È bene chiarire che se per ogni imprenditore ‘il tempo è denaro’, per la comunità il tempo è un fattore decisivo per le scelte di vita dei cittadini e per le conseguenze socioeconomiche che si producono.

5) Il PD di Teramo si riempie la bocca, al pari del Sindaco, della parola ‘programmazione’. Ma non è vero che l’abbia mai fatta: programmare significa fare delle scelte operative e spiegare preventivamente le motivazioni di tali scelte, gli effetti che si attendono e le tempistiche attuative.

Ebbene, riqualificare le scuole attinte dal sisma non è un atto di programmazione, bensì la mera esecuzione di quanto richiede sia lo Stato che finanzia l’adeguamento sismico e sia il Commissario per la Ricostruzione che ordina. Il Comune di Teramo a tale riguardo deve solo adempiere più o meno sollecitamente, e sappiamo quanto sia stato drammaticamente immobile fino ad oggi, con i risultati che tutti hanno percepito.

La programmazione avrebbe voluto che la maggioranza (a guida PD) prevedesse sin da subito una Scuola Jolly dove ubicare le classi delocalizzate dagli edifici nei quali è in corso l’appalto per la riqualificazione, ma non risulta che l’abbia mai individuata né messa in esercizio”.

“6) Infine la questione centrale, ovvero la sicurezza. Mi permetto di segnalare al PD che il Convitto Nazionale di Piazza Dante, sede di 7 scuole di ogni ordine e grado (comprese quelle comunali), è stato sequestrato (e sgomberato) quasi 5 mesi fa dalla Magistratura perché – pur essendo un edificio solidissimo e costruito a regola d’arte – non viene tecnicamente ritenuto sicuro per l’incolumità di alunni e personale scolastico.

La domanda è squisitamente politica: la sicurezza è un tema discrezionale? È negoziabile? È opinabile? Dobbiamo ritenere di no – afferma ancora la Consigliera -. Ne consegue che essendo ad oggi tutte le 33 scuole comunali (fatta eccezione per il microasilo di Villa Ripa) né poco né punto sicure (e i relativi indici sismici parlano chiaro), quanta responsabilità si assume il Dirigente tecnico del Comune che ne certifica l’agibilità dal 2018 ad oggi? E, se diononvoglia accadesse qualcosa a qualcuno per la caduta di un frammento di cornicione o di controsoffitto, cosa ci troveremmo a commentare? Devo essere io a ricordare l’urgenza assoluta delle opere di riqualificazione di scuole insicure che sono regolarmente in esercizio dal 2018 ad oggi (per 8 lunghi anni scolastici)? Il fatto che non sia avvenuto alcun incidente non significa che la politica locale abbia agito coscienziosamente, perché è vero l’esatto contrario: l’immobilismo e i ritardi che si susseguono da anni non sono solo la prova certificata di una conclamata incapacità amministrativa, ma sono anche un’incosciente messa in pericolo di migliaia di giovani studenti teramani”.

“Provare a polemizzare o a fare il gioco della contrapposizione maggioranza/opposizione è un segno di nervosismo che si gioca sulla pelle di una città martoriata ed è un gioco al quale mai mi sono prestata, perché aborro la polemica e mai mi sono concessa politicismi o critiche strumentali. Ma non posso accettare una difesa d’ufficio del nulla amministrativo, se in gioco ci sono le vite dei miei alunni, dei miei figli in età scolare e pure della mia che dentro quelle aule insicure ci lavoro con passione e dedizione da sempre”, conclude Maria Cristina Marroni.