TERAMO – Carlo Antonetti o Pietro Quaresimale, in ordine alfabetico.
L’incontro di domattina fissato alle 09:30 nella sede di Fratelli d’Italia a Pescara, in via Forca d’Acero, deciderà sul candidato sindaco della nostra città, anche se avremmo gradito che il centro destra si fosse riunito a Teramo, per questioni di opportunità.
Carlo Antonetti – Nel 2004 l’allora Margherita lo indicò quale candidato sindaco ideale del centro-sinistra, ai tempi dei fasti dell’allora Banca Tercas Teramo Basket. La sua popolarità era assoluta ed era facilissimo prevedere che potesse spuntarla contro chiunque. Furono invece sufficienti alcune prese di posizioni contrarie ed una trasmissione televisiva di Teleponte, che ospitò in studio esponenti della sinistra culturale cittadina, per far recedere l’avvocato: in una affollata conferenza stampa che si tenne nel suo studio, ne motivò, molto diplomaticamente, i perché. Uscì in poche ore il nome del suo “successore”, il Preside Befacchia, che poi perse, ma di poco, contro Gianni Chiodi il quale, proprio da quella situazione, avviò la propria escalation. E’ storia.
Pietro Quaresimale – Uomo della politica e la cosa, soprattutto da questa angolazione, Lega in primis, piace sia a Forza Italia sia a Fratelli d’Italia, che punterebbero su una necessaria “certificazione”. Lui, assessore regionale e “soldato”, accetterebbe, nella consapevolezza che non c’è incompatibilità tra il ruolo, eventuale, di consigliere comunale e di assessore all’Emiciclo (la situazione Di Dalmazio nella giunta teramana ai tempi del governatore Chiodi, ce lo ricorda).
Se tanto ci dà tanto, la spinta verso la scelta Antonetti, voluta da una parte del centro destra della città, non appare essere di consistenza tale da poter sovvertire determinati “numeri” ed è per questo che alla fine Gianguido D’Alberto, Maria Cristina Marroni e Pietro Quaresimale (sempre in ordine alfabetico) saranno i tre candidati, almeno ad oggi, alla poltrona di Sindaco della città di Teramo, in attesa di capire se Azione confluirà o meno sulla candidata di Italia Viva: parlare di Terzo Polo, infatti, appare eufemistico.