Contava soltanto vincere, contro il Fano.
Il 2-1 finale dei biancorossi, una vittoria che in casa mancava da 205 giorni, dall’1-0 sulla Triestina del 25 marzo scorso, viene accolto come un’autentica liberazione.
Le analisi tattiche o tecniche, per una volta, non avranno il sopravvento, ma non si può non considerare che Maurizi abbia optato per il modulo di Rimini (non il 4-3-3, quindi), con scelte diverse, soprattutto in avanti: in campo Piccioni-Bacio Terracino e non Barbuti-Di Renzo, subentrati in corsa.
La conferma del 19enne Piacentini, centrale della difesa con Caidi e Speranza, beneficia dell’esperienza e della sagacia tattica delle due bandiere biancorosse, senza considerare che la linea difensiva è davvero molto “under”: Fiordaliso (19 anni), Mastrilli (21) e Lewandowski (23).
Probabilmente Maurizi, conoscendo meglio le caratteristiche di Ventola, ieri “sacrificato eccellente”, saprà presto rendere merito anche alle qualità dell’ex pescarese.
Bene, molto bene, Spighi, un pò meno Ranieri.
E siamo a De Grazia: goal a parte è un giocatore dal quale difficilmente si dovrà prescindere, anche quando tornerà in campo Proietti: Agenore Maurizi, a quel punto della stagione (post Monza), avrà le idee molto più chiare.
In fondo, nella vittoria contro il Fano, per sua stessa ammissione, hanno inciso di più i calciatori, quelli esperti soprattutto.
Dulcis in fundo: Monza.
Che abbia straperso a Vicenza, non è notizia tristissima: ci sarà più voglia di rivalsa, è vero, ma anche l’apprensione di dover vincere tutti i costi contro il Teramo.
Tante volte, nel calcio, la condizione psicologica fa la differenza: vi immaginate se i biancorossi riuscissero a passare in vantaggio? Magari con il primo goal di Piccioni?