TERAMO – L’attuale maggioranza di governo sta portando avanti una politica di riforme che va dall’autonomia differenziata al cosiddetto premierato, alla separazione delle carriere dei magistrati. L’autonomia differenziata comporterà un ulteriore arretramento, in termini di sviluppo e di qualità dei servizi resi ai cittadini, delle regioni del sud rispetto a quelle del centro nord. Questa è l’opinione di tutte le forze di opposizione, ma anche di diversi organismi e centri studi indipendenti. Il premierato costituisce una seria compromissione dell’attuale assetto costituzionale. Si rischia di passare dalla repubblica parlamentare ad un sistema di governo basato su una forma plebiscitaria che immagina l’uomo (o la donna) solo al comando, che è l’esatto opposto di ciò che avevano previsto i Padri Costituenti. Tutto ciò in nome della “governabilità”; e il paradosso è che ci troviamo di fronte ad un governo che dispone di una base parlamentare tra le più ampie della storia repubblicana. La separazione delle carriere dei magistrati introduce, nel nostro ordinamento, un grave vulnus senza risolvere alcun problema strutturale dell’amministrazione giudiziaria. Il vulnus consiste nel mettere in pericolo l’autonomia dell’ordine giudiziario. L’autonomia della magistratura, rispetto ad ogni altro potere dello stato, non è un privilegio dei giudici, ma è una fondamentale garanzia per i cittadini.
Ben altri sarebbero i problemi che affliggono i cittadini, soprattutto quelli meno abbienti, e che avrebbero bisogno di interventi urgenti da parte del governo. A cominciare dal lavoro, e dal fatto che siamo di fronte ad un fenomeno nuovo: oggi anche chi lavora può essere povero. Infatti l’Italia è il solo paese fra quelli più importanti dell’Unione Europea, nel quale, non solo negli ultimi venti anni i salari non sono cresciuti, ma addirittura hanno visto una diminuzione. Tale situazione rende ancora più paradossale la contrarietà del governo ad approvare una legge che stabilisca un salario minimo legale al di sotto del quale il lavoro smette di essere lavoro e diventa brutale sfruttamento.
Per non parlare, infine, del progressivo smantellamento del servizio sanitario nazionale. Le statistiche ci dicono che esiste ormai una quota significativa di cittadini che rinuncia a curarsi per mancanza di possibilità economiche. Recentemente la Conferenza delle Regioni, ha bocciato il decreto del Governo sulle liste d’attesa giudicandolo assolutamente inefficace per mancanza di copertura finanziaria. Fra le regioni che hanno espresso tali valutazioni vi sono anche regioni rette da maggioranze analoghe a quelle del governo. Inoltre non va sottovalutato il rischio della messa in discussione dei diritti civili conquistati negli anni 70 e 80 del scolo scorso. Valga per tutti la recrudescenza antiabortista in essere.
Insomma, è evidente che le riforme costituzionali proposte dal governo e la stessa autonomia differenziata, altro non sono che armi di distrazioni di massa rispetto ai veri problemi del paese.
Per tutte queste ragioni il Comitato Provinciale dell’ANPI di Teramo ha raccolto l’appello lanciato a Bologna il 30 giugno scorso nell’ambito della sua festa nazionale. Appello volto a costituire anche a livello locale comitati unitari per la difesa della Costituzione e contro ogni forma di rigurgito fascista. A Teramo nei giorni scorsi si è già costituito un comitato a cui hanno già aderito insieme all’ANPI , il PD, la CGIL, il Movimento 5 Stelle, l’Alleanza Verdi e Sinistra, il Partito della Rifondazione Comunista, il Partito dei Comunisti Italiani, Demos, le associazioni Teramo Nostra e il Ponte e la Torre.
Il comitato, naturalmente, è aperto alla partecipazione di altre forze politiche e associazioni, e anche di singole personalità e singoli cittadini. Tale iniziativa è caratterizzata da un forte spirito unitario senza alcuna preclusione. L’unico discrimine è costituito dalla ferma volontà di difendere la Costituzione Repubblicana e promuoverne la sua piena attuazione, in nome dell’antifascismo che è il cardine indiscutibile della Costituzione stessa. – Comitato Antifascista Provinciale per la difesa della Costituzione, il presidente provinciale dell’Anpi di Teramo Senatore Antonio Franchi –