ROMA – La famiglia di Patrick Guarnieri (il ragazzo di 20 anni morto nel carcere teramano di Castrogno) è tornata a manifestare a Roma il 16 maggio, questa volta dinnanzi al palazzo del Ministero della Giustizia. Vicino ai familiari la Senatrice Ilaria Cucchi, l’avvocato Taormina e le Associazioni Coordinamento Codice Rosso, Asperger Abruzzo, Sbarre di Zucchero, Ancora Italia a Roma e molte altre. Presenti alla manifestazione i familiari delle vittime dei carceri provenienti da tutta Italia.
“In carcere avviene una strage”. La Senatrice Cucchi non ha mezzi termini: “I nostri penitenziari sono sovraffollati, stracolmi e al collasso, il personale è sotto dimensionato e molto spesso non è formato, i numeri – dice – ancora sono impietosi, una morte ogni 2 giorni dall’inizio dell’anno è una strage, da gennaio ad oggi i morti in carcere sono stati 35 e 4 quelli del personale della polizia penitenziaria. Nel 2023 sono stati in totale 69″.
A evidenziare le criticità del caso Guarnieri sono anche i legali della famiglia, il professore Carlo Taormina presente alla manifestazione riferisce che: “La Procura di Teramo ha aperto un’inchiesta tutt’ora in corso, ci sono elementi critici, in primis c’è da dire che Patrick per aver violato l’obbligo di dimora è stato mandato in carcere, di solito in questi casi si va ai domiciliari – prosegue Taormina -. Il ragazzo aveva un disagio grave, adesso si tratta di capire se c’era compatibilità tra la situazione in carcere e le cause della sua morte.”
“La tragica vicenda di Patrick Guarnieri ha sconvolto e indignato moltissimi cittadini che in questi 2 mesi si sono uniti al nostro grido di verità e giustizia – dichiara il Coordinamento Codice Rosso -. Tante erano, come abbiamo sentito, le patologie che questo ragazzino aveva certificati, la prima domanda che vorrei porre è proprio al giudice che ha convalidato l’arresto e disposto che Patrick venisse portato in carcere. Oggi siamo qui a chiedere un’immediata interrogazione parlamentare che vada a discutere sulla riforma carceraria, soprattutto per chi è già in possesso di una certificazione così importante come nel caso di Patrick Guarnieri, incompatibile con il regime carcerario! L’individuo deve espletare la pena nelle strutture idonee che possano assicurare cure e riqualificazione con assistenti competenti alla patologia escludendo categoricamente l’istituto penitenziario, come ha obbligato la Corte Europea nelle sentenze pilote. ricordiamo che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha emesso un’importante ammonizione nei confronti dell’Italia riguardo alle condizioni carcerarie nel Paese. Secondo la Corte, le prigioni italiane sono afflitte da sovraffollamento e carenze strutturali e sanitaria che violano i diritti umani dei detenuti. La capacità e sulla volontà del Governo italiano di attuare riforme. Tale ammonimento rappresenta la necessità urgente di riformare il sistema carcerario del Paese per garantire il rispetto dei diritti umani”.
“È inaccettabile ciò che avviene in questo paese – prosegue la Presidente dell’associazione Asperger Abruzzo Marie Helene Benedetti – i ragazzi psichiatricamente fragili e incompatibili con il regime carcerario sono più di quanto immaginiamo, se neanche i giudici rispettano i diritti umani su quali basi si fondano le sentenze di questo paese? Pretendere verità e giustizia per Patrick Guarnieri è un nostro dovere civico, in primis per Patrick e la sua famiglia che ormai fanno e faranno sempre parte della grande famiglia di Asperger Abruzzo, e in secundis per non avere mai più in carcere una persona fragile e incompatibile con il regime carcerario. Voglio ricordare l’appello di papa francesco che rivolgendosi al governo dice: ‘è necessario che anche il sistema carcerario offra ai detenuti e alle detenute strumenti e spazi di crescita umana, di crescita spirituale, culturale e professionale, creando le premesse per un loro sano reinserimento’. Per favore non isolate la dignità”.