TERAMO – Nell’atrio del terzo lotto del Mazzini si è svolta stamane una cerimonia di commemorazione delle vittime della pandemia.
Il DG della Asl Maurizio Di Giosia ha ricordato i momenti salienti degli ultimi tre anni, rivolgendo un doveroso pensiero a chi non c’è più, a chi ha sacrificato la propria esistenza contro un nemico invisibile e subdolo, che sembrò essere un ostacolo quasi insormontabile ma di fronte al quale la sanità non si tirò indietro. Successivamente la giornalista Tania Bonnici Castelli ha recitato la poesia “Tu ci sei” di Ernesto Oliviero dedicata alle vittime del Covid.

Questi alcuni passi dell’intervento del DG Di Giosia: “…abbiamo deciso oggi di organizzare un momento di riflessione e di preghiera per ricordare chi ha combattuto una battaglia contro il Covid ma non ce l’ha fatta. Questa è una giornata dedicata ai nostri affetti che non ci sono più. In tre anni la pandemia ha radicalmente cambiato la vita di ognuno di noi. Ora che il peggio sembra passato è il momento della riflessione e del ricordo. Riflessione su quello che questa esperienza ci ha insegnato, ricordo di quello che questa esperienza ci ha tolto. La pandemia ci ha sottratto parenti, amici, vicini di casa, semplici conoscenti che hanno combattuto ma hanno perso la battaglia per la vita. Il tempo lenisce le ferite, ma il vuoto determinato dalla loro prematura scomparsa, resta. E giornate come questa sono giornate in cui condividiamo il dolore per la loro scomparsa. Oggi commemoriamo 896 nostri cari che il Covid ci ha portato via in questi tre anni. Sono tanti, troppi: siamo qui per loro e per le loro famiglie. Molti di loro oggi forse sarebbero ancora qui con noi. Ma in tanti sono sopravvissuti. E sono sopravvissuti grazie all’impegno, allo strenuo impegno direi, del personale sanitario, di tutti voi. Anche se adesso il coronavirus ha allentato la presa, e la Asl ha cercato di voltare pagina perché tutte le altre patologie continuano purtroppo a incalzare ed è nostro dovere dare una risposta sanitaria a tutto tondo alla nostra comunità, è ben impresso nella memoria di ognuno di noi che cosa hanno significato quei giorni di pandemia. È giusto dire grazie anche a tutti i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari, che in un periodo così lungo, si sono spesi veramente tanto per curare e garantire la salute di tutti. Mi viene in mente il lavoro di coloro che sono stati impegnati a fare i tamponi e poi anche i vaccini, nei diversi centri che la nostra Asl ha allestito. L’assistenza e l’organizzazione messa in campo dall’Ucat o quella svolta casa per casa dal personale delle Usca o quella ancora nei reparti Covid, allestiti qui al Mazzini e ad Atri, e alla Rsa di bivio Bellocchio. Consentitemi di fare un accenno a un risvolto particolare, e certamente non secondario, dell’impegno degli operatori nei reparti Covid. Operatori chiamati non solo a dare un’assistenza sanitaria in senso stretto, ma a dare calore umano, consolazione, affetto, a chi era costretto a stare lontano dai propri familiari. Un sentimento di particolare riconoscenza a tutti, ma in particolare a loro che hanno dato un ultimo abbraccio a chi stava abbandonando la vita terrena. Non è un caso se la cerimonia di commemorazione si svolge qui al terzo lotto del Mazzini: per la nostra comunità questo è un luogo-simbolo della lotta al coronavirus. Qui abbiamo allestito un ospedale Covid, qui è stata ricoverata la maggior parte dei contagiati e qui, purtroppo, sono state tante le vittime…

Il vescovo Lorenzo Leuzzi ha concluso con una preghiera dedicata ai defunti nella pandemia e ha ringraziato il personale sanitario per l’impegno profuso in questi tre anni.

Va ricordato che sono stati 90 gli infermieri tra uomini e donne che hanno perso la vita sul lavoro in Italia, per tutelare la salute altrui.