SILVI – In una nota stampa diramata a margine dell’incontro tra l’amministrazione comunale e l’associazione commercianti di Silvi, il Sindaco Scordella ha avuto la presunzione di autoassolversi dichiarando candidamente che se Silvi risulta oggi meno competitiva rispetto ai più virtuosi comuni limitrofi è fondamentalmente a causa di ciò che, secondo lui, non si è fatto nel recente passato.
Inoltre, ha avuto l’ardire di giustificare i tagli indiscriminati che la sua amministrazione ha fatto su capitoli di spesa fondamentali e strategici quali il sociale, il turismo e la manutenzione, considerandoli come conseguenziali al piano di risanamento di un bilancio comunale in evidente sofferenza a causa di un debito accumulato negli ultimi 20 anni.
Tale stucchevole narrazione, che sa tanto di revisionismo storico, tradisce una certa ignoranza (o forse malafede) di un Sindaco part time che fino a pochi anni fa, oltre ad adempiere ai doveri legati alla sua nobile professione, ha anche ricoperto, dal 2007 al 2012, la carica di consigliere dell’VII Circoscrizione del Comune di L’Aquila, Comune presso il quale risulta tuttora residente anche in virtù della sua rinuncia all’aspettativa.
Di conseguenza, non avendo comprensibilmente vissuto la città che oggi ha l’onore e l’onere di amministrare, ci permettiamo per un attimo di sostituirci ai suoi più stretti collaboratori per ricordargli che in 15 degli ultimi 20 anni da lui presi a riferimento per giustificare le gravi manchevolezze della sua stessa squadra di governo, Silvi è stata amministrata dal centrodestra: 10 anni di amministrazione Vallescura (attuale segretario cittadino della Lega) e ormai 5 anni di amministrazione Scordella (noto anche come il Sindaco con la spilletta di Alberto da Giussano). Nel mezzo solo 3 anni di amministrazione di centrosinistra e 1 di commissariamento.
Dunque, a chi vanno attribuite le colpe evocate da Scordella se non alla sua stessa compagine politica?
La verità è che il fallimento politico-amministrativo dell’attuale giunta comunale è sotto gli occhi di tutti, e non basterà una sofisticata campagna di marketing elettorale per indorare una pillola
che, di giorno in giorno, diventa sempre più amara per tutti i silvaroli.