MONTORIO AL VOMANO – Di bullismo e cyberbullismo si è parlato nel convegno che si è svolto sabato scorso a Montorio al Vomano promosso dall’associazione “Monte d’oro” e dal Centro di Aggregazione diretto dal presidente Biagio Di Giacomo in collaborazione con il Comune di Montorio e l’Istituto comprensivo “Montorio – Crognaleto”.
Un incontro moderato dalla giornalista Adele Di Feliciantonio che ha coinvolto i relatori e le prime classi della scuola media “B. Croce” di Montorio con la partecipazione delle associazioni “Genitori per la scuola” e “Sporting Gran Sasso” in un dialogo costruttivo nel quale sono stati offerti ai ragazzi importanti spunti di riflessione e consigli sugli strumenti da adottare per prevenire e contrastare questi fenomeni di violenza, prepotenza e prevaricazione perpetrati da pari personalmente o tramite un monitor in un contesto di gruppo.
Comportamenti che compromettono le potenzialità di sviluppo delle vittime che spesso si vergognano a parlare e che non vengono difese dai propri compagni. Secondo il rapporto del Censis nel 2018 il 28% dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni è stato vittima di bullismo, l’8,5% di cyberbullismo.
“Il bullismo nasce dalla paura del diverso, dal voler sentirsi più forti, dalla non tolleranza e può partire da atti apparentemente innocui”, ha detto Maria Rosaria Pietropaolo, giudice del Tribunale di Teramo. “Quando questi atti raggiungono vette di illeicità penale arrivano nel Tribunale dei minori che si occupa a 360 gradi della vittima, ma anche del bullo con una sanzione che mira alla rieducazione e al reinserimento sociale. Ma la prevenzione è lo strumento più efficace e deve essere fatta in sinergia tra la scuola e la famiglia. Esiste tutta una rete di protezione per i ragazzi che non sono soli e che devono parlare, raccontare alle proprie famiglie tutto ciò che accade loro, perché è la famiglia il primo scudo che li protegge”.
Nella repressione del cyberbullismo un ruolo importante è svolto dalla Polizia Postale.
“Sul web le conseguenze del bullismo sono amplificate e c’è il problema della permanenza dei contenuti”, ha spiegato Domenico Taraborelli della Polizia Postale di Teramo. “Una volta che i contenuti vanno online posso rimanerci per sempre e possono essere visti da tutti gli utenti e a tutte le ore. Ecco perché consigliamo di pensarci mille volte prima di pubblicare un contenuto perché poi non si può tornare indietro. E’ necessario valutare bene anche con chi si ha a che fare dall’altra parte del monitor e non bisogna fidarsi di chi non si conosce. Inoltre l’anonimato in rete non è assoluto perché quando vengono commessi reati la Polizia identifica i responsabili con le tracce digitali lasciate”.
È necessario, quindi, avere una propria capacità di discernimento nel relazionarsi in rete per evitare situazioni pericolose.
“Bisogna allenarsi a usare correttamente lo strumento tecnologico che si ha in mano”, ha proseguito Giammaria De Paulis, docente universitario e autore del libro “Facebook – Genitori alla riscossa – Vademecum per non smarrire i propri figli in rete”. “Nel condividere contenuti è necessario sincerarci che essi non arrecano imbarazzo o problemi a chi li posta, alla famiglia e alla persone presenti in quel contenuto. Se una delle ipotesi potrebbe realizzarsi è necessario desistere nel pubblicarlo. A volte i social diventano strumenti dove i ragazzi possono essere adescati e chi lo fa usa la tecnica della pazienza impiegando circa 24 mesi per raggiungere il proprio obiettivo. Per questo la tecnologia deve essere approcciata nel modo giusto ed è compito dei genitori impartire le regole per questo utilizzo e dare il buon esempio. Non esistono linee guida ad hoc per navigare in sicurezza, ma valgono sempre le linee guida che utilizziamo nella vita dettate dal buon senso e dall’intelligenza”.
Un ruolo importante è quello dell’istituzione scolastica riconosciuto anche nelle linee guida del Miur.
“La scuola ha un ruolo importante e stiamo lavorando su più fronti nelle tematiche di bullismo e cyberbullismo in un continuo scambio con i genitori e con le associazioni del territorio”, ha concluso Eleonora Magno, dirigente scolastica I.C. “Montorio – Crognaleto“. “Ci sta a cuore che i nostri ragazzi rispettino gli altri e che utilizzano in modo corretto i mezzi tecnologici”.